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Referendum costituzionale: le opposizioni hanno già presentato le firme necessarie

parlamento

ROMA – E’ partita, ufficialmente, la grande battaglia referendaria delle opposizioni al governo di Matteo Renzi. Una battaglia che ha incassato ieri il via ufficiale, quando i rappresentanti dei gruppi M5S, FI, Lega e Sinistra Italiana alla Camera hanno depositato le 166 firme raccolte in 24 ore in Cassazione. Ora toccherà alla maggioranza che sostiene l’esecutivo e ha votato il ddl Boschi consegnare la propria richiesta e le firme necessarie per un referendum che, già da ora, si preannuncia accompagnato da una cruciale campagna tra i Comitati per il No della sinistra e del centrodestra e quelli per il Sì che, come preannunciato dallo stesso presidente del Consiglio, saranno guidati da personalità e studiosi.

Certo, prima che in tarda estate (il referendum si terrà a ottobre o, al massimo, a inizio novembre) la battaglia sulle riforme entri nel vivo c’è, per il Pd e per Matteo Renzi, ancora la tornata delle Comunali da affrontare. E, non a caso, tra i parlamentari della maggioranza non sembra intravedersi ancora un’accelerazione sulla formazione dei Comitati che, in ogni caso, potrebbe essere studiata già nelle prossime settimane.

L’argomento, comunque, resta centrale e anche ieri, parlando in Aula al Senato, Renzi non ha evitato di farne cenno. «Chi sarà contrario al referendum sulle riforme sostiene l’accentramento di poteri per il premier ma il tema è manifestamente infondato», ha spiegato il capo del governo soffermandosi su uno dei punti più battuti dalle opposizioni.

Opposizioni che, in tempi strettissimi, hanno invece formalizzato la richiesta della consultazione popolare. Ieri, all’ora di pranzo, il proponente Danilo Toninelli (M5S) e i deputati delegati Roberto Occhiuto (FI), Stefano Quaranta (SI) e Cristian Invernizzi (Lega) hanno depositato le 166 firme raccolte (tra cui anche quelle di Cor e Alternativa Libera-Possibile), 40 in più delle 126 necessarie (pari a 1/5 dei membri della Camera di appartenenza, come prescritto dall’art.138 della Costituzione).

«Con questa riforma, combinata con la riforma elettorale, si sta consegnando tutto il potere in capo a una persona. Noi, invece, siamo per dare il potere cittadini», è l’attacco del M5S laddove Sinistra Italiana parla di riforme ridicole e pericolose mentre FI attacca: «solo nei regimi la maggioranza chiede un plebiscito su sé stessa». Maggioranza che, alla Camera, ha già annunciato la consegna delle firme necessarie e, presumibilmente, stessa procedura sarà attivata anche a Palazzo Madama dove FI, M5S, Cor, Lega e SI ieri hanno raggiunto il quorum delle 65 firme necessario.

E la minoranza Pd? Per ora sembra prender tempo. «In Parlamento abbiamo votato uniti, ora tocca a Renzi unire il Pd. Ma per quello c’è tempo», sottolinea a Repubblica Roberto Speranza mentre Gianni Cuperlo spiegava come «chiarezza e saggezza» saranno l’obiettivo di Sinistradem, ma invitava tutti a concentrarsi sulle amministrative. E, di certo, i veleni nel Pd dopo il referendum sulle trivelle e l’esito delle Comunali non potranno non avere effetti sui posizionamenti interni al Nazareno sul referendum d’autunno.

Allegato il testo della riforma costituzionale: refcost


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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