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Pensioni, riforma: i dati Inps confortano la prudenza del governo e frenano Boeri

inps

ROMA – L’osservatorio Inps sui flussi di pensionamento ha diffuso dati molto interessanti, che dovrebbero far riflettere il Presidente dell’istituto, consigliando maggiore ponderazione nel lanciare allarmi spropositati e nell’avanzare proposte di riforme incendiarie. E confortano invece la prudenza del Governo che, per bocca del ministro Pier Carlo Padoan, ha soltanto preannunciato l’intenzione dell’esecutivo di introdurre qualche correttivo in tema di flessibilità e previdenza integrativa. Ne parliamo in altra parte del giornale. Ebbene, i dati dell’Osservatorio dimostrano, ad esempio, che le categorie di pensioni nel mirino del bocconiano Presidente (quelle oltre i 3.000 euro, quelle anticipate e gli assegni sociali) sono drasticamente diminuite nell’ultimo anno. Segno che – per quest’aspetto – il sistema sta funzionando e non ha bisogno di ulteriori correttivi.

PENSIONI ELEVATE – Nei primi tre mesi del 2016 le pensioni oltre i 3mila euro al mese (quelle liquidate nel fondo pensioni lavoratori dipendenti) sono state 3.021 in calo rispetto alle 4.846 erogate nel primo trimestre dello scorso anno.

PENSIONI ANTICIPATE – Per le nuove pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia nei primi tre mesi del 2016 si è registrato un vero e proprio crollo con il passaggio da 38.314 assegni nel primo trimestre del 2015 a 20.629 nei primi tre mesi di quest’anno (-46,1%). L’Inps ricorda, a tal proposito, come a gennaio sia scattato l’aumento di 4 mesi legato alla speranza di vita. Per chi vuole uscire dal lavoro prima dell’età di vecchiaia da quest’anno sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne.

PENSIONI VECCHIAIA – Per le pensioni di vecchiaia liquidate nel fondo pensioni lavoratori dipendenti, nel primo trimestre 2016 si osserva solo per le donne una maggiore consistenza del numero di liquidazioni rispetto all’analogo valore dell’anno precedente.

ASSEGNI SOCIALI – Si rileva inoltre una contrazione del numero di assegni sociali liquidati nel primo trimestre del 2016 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, dovuto all’innalzamento del requisito di età. L’incremento di 4 mesi per speranza di vita infatti è disposto anche per questo tipo di trattamento che richiede a partire dal 2016 una età di 65 anni e 7 mesi in luogo dei 65 e 3 mesi del 2015.

ASSEGNI INVALIDITÀ – Infine, osservando gli indicatori statistici desunti dai dati del primo trimestre del 2016 rispetto a quelli del 2015, si rileva una maggiore incidenza dei trattamenti di invalidità rispetto a quelli di vecchiaia, dovuta esclusivamente a una minore consistenza delle pensioni di vecchiaia decorrenti nel primo trimestre 2016 a fronte di una sostanziale stabilità dei trattamenti di invalidità.

CATEGORIE – Dalla rilevazione effettuata al 2 aprile 2016, risultano liquidati nel fondo pensioni lavoratori dipendenti 307.830 trattamenti con decorrenza 2015 e 55.938 con decorrenza nel primo trimestre 2016.Per quanto concerne le gestioni dei lavoratori autonomi nel complesso sono state liquidate rispettivamente 195.819 pensioni con decorrenza 2015 e 31.942 con decorrenza nel primo trimestre 2016. Si registrano inoltre 47.687 assegni sociali liquidati con decorrenza nel 2015 e 7.501 con decorrenza nel 2016.

ZANETTI – Anche sulla base di questi dati il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, intervenendo al forum della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti, a Roma, ha affermato che il sistema previdenziale in Italia è solido, e che non c’è alcun bisogno di fare alcun tipo di intervento peggiorativo sulle pensioni. Ha aggiunto che «non intendiamo mettere a rischio la stabilità dei conti, inserendo in questa fase economica elementi di incertezza. Servono estrema cautela e competenza in questa materia».

Per ora sembra dunque che i pruriti riformatori del Presidente dell’Inps, che insiste pervicacemente nel giocare un ruolo non suo e nel cercare di sostituirsi alla politica, sembrano destinati a rientrare in buon ordine. Ma i pensionati non possono però dormire sonni tranquilli visto che costituiscono sempre un argomento di discussione, dibattito e controversia politica.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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