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Schettino riferisce di aver fatto l'inchino al Giglio per accontentare Palombo

Costa Concordia: dal 28 aprile Francesco Schettino davanti alla Corte d’Appello di Firenze

Schettino riferisce di aver fatto l'inchino al Giglio per accontentare Palombo
Francesco Schettino

FIRENZE – Processo per Francesco Schettino, dal 28 aprile, davanti alla Corte d’Appello di Firenze. Per l’ex comandante della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio 2012 sugli scogli dell’isola del Giglio, con la morte di 32 persone, è stato predisposto un fitto calendario per il mese di maggio, che prevede ben undici udienze. Nella prima udienza si procederà anche alla costituzione delle parti civili, poi prenderà la parola il giudice relatore. A fare ricorso contro la sentenza di condanna in primo grado a 16 anni
di reclusione, emessa l’11 febbraio 2015 dal Tribunale di Grosseto, sono stati i legali di Schettino, gli avvocati Saverio Senese e Donato Laino, che hanno depositato alla Corte d’Appello tre atti, chiedendo l’assoluzione dell’ex comandante della nave in considerazione dei “gravi errori e delle valutazioni molto discutibili” compiute nel corso del processo nel capoluogo maremmano. Contro la sentenza di primo grado ha fatto appello anche la Procura di Grosseto, che reclama una pena più alta per l’imputato (26 anni di reclusione).

«Nel momento in cui l’imputato lasciava definitivamente la Concordia – scrivono i giudici nella sentenza di primo grado – la situazione era tale da rendere impossibile o comunque difficile per i passeggeri ancora a bordo trovare la salvezza». Inoltre, aggiungono i giudici, quando Schettino saltò sulla scialuppa, decise di restare
all’oscuro della sorte di oltre 2mila persone e accettò il rischio di lasciarle in balia degli eventi. Secondo i magistrati il cosiddetto inchino davanti al Giglio fu una scelta «criminale». Infine nella sentenza si sottolinea che la Concordia era perfettamente conforme per affrontare un’emergenza.

Il Tribunale di Grosseto ha inflitto a Schettino 5 anni per il reato di disastro colposo, 10 anni per gli omicidi plurimi colposi e 1 anno per il reato di abbandono di persone minori o incapaci, per un totale di 16 anni di reclusione. Non ha invece riconosciuto, come richiesto dalla pubblica accusa, l’aggravante del naufragio colposo e neppure l’aggravante della colpa cosciente per gli omicidi plurimi colposi. I giudici hanno anche interdetto in perpetuo Schettino dalla possibilità di ricoprire pubblici uffici. Il Tribunale di Grosseto ha ordinato anche per un periodo di 5 anni l’interdizione dalla carica di comandante. Schettino è stato condannato anche al pagamento di tutte le spese legali. Il Tribunale ha poi stabilito, a titolo di provvisionale, i danni che Schettino dovrà rifondere, in solido con Costa Crociere, alle numerosi parti civili costituite, tra cui il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana, l’Isola del Giglio, i familiari delle vittime e i passeggeri naufraghi della Costa Concordia. Nel lungo elenco relativo ai danni delle parti civili costituite nel processo, il Tribunale ha quantificato alcune somme come provvisionali mentre altre sono state calcolate in via definitiva.

Il processo di primo grado è iniziato davanti al Tribunale di Grosseto il 17 luglio 2013 e si è concluso con la sentenza dell’11 febbraio 2015. Quasi 200 sono stati i testimoni ascoltati, i consulenti e i periti che sono sfilati durante le udienze
nel corso di più di un anno e mezzo sul palco del teatro Moderno dove era stata allestita l’aula di giustizia. Gli atti del processo comprendono circa 55.000 pagine.

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