Balneari, Toscana: nuova concessione da 6 a 20 anni per chi investe. Ma i bagnini protestano
FIRENZE – Un provvedimento fatto per i bagnini, ma contestato dai bagnini. Infatti, le imprese balneari toscane, comprese quelle insediate in ambiti già oggetto di concessione, potranno chiedere il rilascio di una nuova concessione da 6 a 20 anni, proponendo un piano di investimenti che sarà sottoposto a procedura comparativa a tutela del principio della concorrenza e della libertà di stabilimento, secondo i principi che l’Unione europea intende affermare attraverso la direttiva Bolkestein. E’ quanto prevede una legge approvata oggi a maggioranza dal Consiglio regionale in materia di concessioni demaniali marittime.
La legge è stata oggetto di forti critiche dai balneari che nel pomeriggio hanno inscenato un presidio di protesta davanti
alla sede assembleare dicendo che il provvedimento anticipa la direttiva Ue Bolkestein mettendo di fatto a gara le concessioni.
In base al provvedimento, gli investimenti delle aziende potranno includere interventi di riqualificazione ambientale,
paesaggistica e infrastrutturale del contesto costiero nel quale le imprese operano, in coerenza con gli indirizzi del Pit, il
Piano di indirizzo territoriale, e con gli strumenti urbanistici comunali. La procedura comparativa prevede delle forme di tutela
per chi ha già le concessioni, con il diritto ad un indennizzo pari al 90% del valore dell’azienda, così come risulterà da una
perizia giurata fatta da un professionista nominato dal Comune e pagato dal concessionario originario, in caso di assegnazione ad
un soggetto diverso.
La legge è stata al centro anche di un forte dibattito in aula. Fi, attraverso il suo capogruppo Stefano Mugnai, ha provato a far tornare in commissione l’atto in modo da poter svolgere alcune audizioni con le categorie dei balneari ma la
maggioranza ha respinto la richiesta. Secondo il presidente della commissione sviluppo economico, Gianni Anselmi (Pd), è «un
provvedimento in grado di dare risposte ad un settore strategico per l’economia costiera. Un risultato importante, raggiunto
grazie a un confronto costante e continuo con le rappresentanze del settore e le categorie. Siamo consapevoli di essere di
fronte a una situazione delicata – ha detto ancora – per chi lavora nel settore e abbiamo voluto mettere in campo uno
strumento legislativo adeguato per affrontarla, non ideologico, volto a tutelare le diverse esigenze. Siamo tutti in attesa
della sentenza della corte europea, intanto vogliamo dare la possibilità a imprese già titolari di concessione di non rischiare di capitolare sotto la mannaia della Bolkestein».
Secondo il portavoce dell’opposizione, Claudio Borghi (Lega nord), è necessario sgombrare il campo dalla pregiudiziale implicita secondo la quale non possiamo far altro perché ce lo chiede l’Europa. A suo parere, quello che facciamo è di esclusiva responsabilità nostra, perché le nostre spiagge sono un problema italiano, ed inoltre non c’è ancora una sentenza. La scelta fatta dalla maggioranza, secondo il vicepresidente del Consiglio toscano Marco Stella (Fi), non tutela affatto il tessuto economico, fatta da 918 imprese ed oltre 2600 addetti. Per questo ha presentato un ordine del giorno collegato, firmato anche dal capogruppo azzurro Stefano Mugnai, nel quale si impegna la
Giunta ad intervenire presso il Governo affinché «vengano rinnovate ai balneari italiani per 75 anni le concessioni esistenti, come già hanno stabilito le norme approvate in Spagna e Portogallo, dando ai gestori uscenti il diritto diprelazione».
Un ordine del giorno che l’aula ha respinto con 25 voti contrari rispetto ai 5 favorevoli. Un giudizio condiviso, quello di Stella e Mugnai, anche da Roberto Salvini, che ha invitato a difendere un settore strategico, perché i balneari sono come i monumenti.
Secondo il capogruppo Pd Leonardo Marras la legge viene fatta non perché lo chiede l’Europa, ma perché lo chiedono 240 imprese toscane, che hanno fatto ai sindaci la richiesta di rinnovo della concessione. Ma soprattutto perché viene ancorata ad una norma la salvaguardia del valore aziendale. A suo parere non viene offerta la soluzione, ma un’ancora di salvataggio per un numero significativo di imprese toscane. Il capogruppo della Lega Nord Manuel Vescovi ha dichiarato il suo voto contrario, sottolineando che avrebbe preferito una posizione più forte. Voto contrario anche quello annunciato da Irene Galletti (M5s), secondo la quale manca una visione
d’insieme. Anche la tutela del 90% del valore aziendale, a suo parere, va contro le previsioni del Codice della Navigazione,
che esclude qualunque forma di indennizzo nel caso di concessioni non rinnovate. Il capogruppo di Sì Toscana a sinistra Tommaso Fattori ha infine rilevato che le norme introdotte sono migliorative e si oppongono alla direttiva Bolkstein, ultraliberista.