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Ashley Olsen: in base alla perizia disposta dai pm i legali chiederanno la scarcerazione di Cheick Diaw

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FIRENZE – Si complica il caso Ashley Olsen, l’americana trapiantata a Firenze uccisa nel suo appartamento in Santo Spirito. La perizia medico-legale, secondo i difensori del senegalese Cheik Diaw, tutt’ora in carcere perché accusato dell’omicidio della giovane, ingarbuglia le carte.

La morte viene collocata tra le nove del mattino e le tre del pomeriggio di venerdì 8 gennaio scorso, con una preferenza, secondo i consulenti della procura, tra le 12 e le 12.30, stando alla temperatura corporea e al cosiddetto umore vitreo. Queste considerazioni sono prese alla base della difesa dell’indagato, visto che, a quell’ora, il senegalese era da tempo (e certamente, visto che lo hanno inquadrato le telecamere) fuori da quell’alloggio.

Inoltre, secondo la perizia, la causa principale del decesso è l’asfissia: Ashley sarebbe dunque stata strozzata – probabilmente a mani nude – e la lesione alla testa, che sarebbe stata causata dal violento urto della testa con il pavimento, potrebbe rappresentare una “concausa”, dicono i consulenti dei pm Luca Turco e Giovanni Solinas, in quanto avrebbe diminuito la tolleranza e accelerato l’avvicinarsi della morte, praticamente istantanea.

Per la procura gli esiti dell’accertamento non modificano di molto la ricostruzione degli investigatori della squadra mobile, ma i difensori dell’africano, gli avvocati Federico Bagattini e Antonio Voce, eccepiranno queste conclusioni alla prossima udienza davanti al tribunale del riesame. Tenuto conto degli esiti degli accertamenti biologici che hanno stabilito che sotto le unghie della vittime c’è anche il dna del fidanzato, oltre che del presunto assassino, ci sarebbero gli estremi per chiedere la scarcerazione di Cheik.

Le risultanze delle consulenze tecniche fatte dal pm – dicono i due legali – sono senza dubbio indicative della correttezza delle dichiarazioni dell’indagato Cheik, il quale si allontana dall’abitazione alle 11.15 circa. L’ora della morte, causata da motivi di strozzamento e dunque immediata, almeno per due parametri importanti, cade fra le 12 e le 12.30, orario in cui Cheik si trova nella zona di Ponte Santa Trinita. Faremo rilevare tutto ciò al tribunale del riesame. Continuiamo a pensare – proseguono – che ci sia una terza persona che abbia aggredito la signora Olsen, quindi dovremmo controllare tutte le telecamere della zona, di cui al momento non abbiamo visto nessun video, ma solo fotogrammi.

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