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Prato: profughi sottopagati in aziende vinicole, 12 indagati

Migrants wait to be allowed to cross the border from Slovenia, in Spielfeld, Austria, Wednesday, Jan. 20, 2016. Austria has put a cap on the number of refugees it wants to accept - 37,500 this year and a total of 127,500 through 2019. (ANSA/AP Photo/Darko Bandic)

PRATO – Centinaia di immigrati, soprattutto profughi appena giunti dal Pakistan e da Paesi dell’Africa sub sahariana, sfruttati e sottopagati per lavorare in cinque aziende vitivinicole del Chianti. Gli stranieri sarebbero stati fatti lavorare in ciabatte anche a gennaio o vessati con punizioni corporali, pagati 4 euro all’ora per lavorare tutto il giorno (almeno 12 ore). E’ quanto è emerso da un’indagine condotta dalla procura di Prato, da dove partiva gran parte dei profughi ospitati nelle strutture della città e dove stamattina sono state eseguite decine di perquisizioni con gli uomini della Digos, della Forestale e della Guardia di Finanza. Attualmente 12 persone sono indagate per associazione a delinquere (o per concorso esterno) finalizzata allo sfruttamento di lavoratori stranieri irregolari. Le aziende sarebbero state ignare del ‘giro’ messo in atto da un pakistano che reclutava i profughi a Prato.

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