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Disastro Jobs Act: nel 2016 crollano i contratti stabili (-77%) mentre continua il boom dei vouchers (+45%)

I dati sul mercato del lavoro giovanile sono a livelli drammatici
Crollate nel 2016 le assunzioni stabili

ROMA – Esauriti gli incentivi totali, diminuiti in percentuale dall’inizio dell’anno, sono crollate anche le assunzioni «stabili» ma senza articolo 18 introdotte con il Jobs Act. Nei primi tre mesi del 2016 sono stati stipulati soltanto 428.584 contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) mentre le cessazioni, sempre di contratti a tempo indeterminato sono state 377.497 con un saldo positivo di 51.087 unità.

INPS – Persino l’Inps è costretta a rilevare che il dato è peggiore del 77% rispetto al saldo positivo di 224.929 contratti stabili dei primi tre mesi 2015 e risente della riduzione degli incentivi sui contratti stabili. Il dato è peggiore anche del 2014 (+87.034 posti stabili nei primi tre mesi). Il che significa che persino nel 2014, quando ancora non c’erano gli incentivi, si erano registrati più contratti stabili nuovi (con articolo 18).

NUOVI RAPPORTI – I nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nei primi tre mesi dell’anno – sottolinea l’Inps – sono stati 321.098 (erano stati 487.469 nei primi tre mesi del 2015, con un crollo del 33,4%. ) mentre le trasformazioni di rapporti a termine sono state 79.932 (116.497 nello stesso periodo del 2015). Franate anche le trasformazioni da precari a stabili (-31,4%).

VOUCHER – Continua, infine, il boom dei criticatissimi voucher, i buoni per il lavoro accessorio che valgono 10 euro nominali e sono indicati dai sindacati (e non solo) come il bacino del nuovo precariato e del sommerso. Nel primo trimestre 2016 ne sono stati venduti 31,5 milioni con un boom del 45,6% rispetto al 2015. A sua volta, l’anno scorso si era già visto un balzo del 75,4% sul 2014: il trend è sempre preoccupante.

I dati risentono dell’introduzione con la legge di stabilità 2016 di una nuova (e meno vantaggiosa rispetto al 2015) forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio. Nel 2015 l’esonero contributivo era totale (sempre esclusi i premi Inail) e triennale con un tetto di 8.060 euro.

Intanto a Parigi e in tutta la Francia studenti, operai e cittadini continuano le manifestazioni di protesta, anche violente, contro l’approvazione forzata, da parte di quel Governo, del Jobs Act transalpino, ripreso dal modello renziano, che – a lungo andare – si sta dimostrando tutt’altro che produttivo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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