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Pubblica amministrazione, contratto: i sindacati dicono già no alle proposte del ministro Madia

tavolo sindacale

ROMA – Aumenti in busta paga prima agli ‘statali’ con i redditi più bassi: il ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, conferma l’intenzione di darli prima di tutto a chi ha sofferto di più la crisi: prima i più deboli e poi, man mano, gli altri. Ma i sindacati non ci stanno e reclamano il rinnovo dei contratti della Pa – bloccati da quasi sette anni – per tutti. E non solo per pochi: «Non se ne parla proprio – è la risposta categorica del segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan – e se il governo pensa di emulare Federmeccanica, si sbaglia di brutto». Noi vogliamo il rinnovo per tutti, replicano anche la Cgil e la Fp-Cgil.

Il numero uno di corso d’Italia, Susanna Camusso, punta il dito anche sulle risorse, perché quelle stanziate sono “insufficienti”. Sul tavolo, per quest’anno, ci sono 300 milioni di euro stanziati con la scorsa legge di stabilità per i dipendenti della Pubblica amministrazione centrale. Farò un atto di indirizzo all’Aran (l’Agenzia che rappresenta il governo nei negoziati sul pubblico impiego), spiega il ministro. Intanto possiamo riaprire la stagione contrattuale, visto che c’è un primo stanziamento di risorse e la riduzione dei comparti da undici a quattro (funzioni centrali, funzioni locali, sanità ed istruzione e ricerca), su cui è stato raggiunto l’accordo tra Aran e sindacati all’inizio di aprile. Le risorse spero aumentino nel tempo, visto che il Paese ha ricominciato a crescere, aggiunge Madia, che sottolinea anche il fatto che oggi non abbiamo il tema inflazione, con il Paese che viaggia piuttosto sull’onda della deflazione. Il ministro si dice pronta al confronto con i sindacati: «Certamente, li convocherò e non una volta sola, ma ancora non c’è una data fissata, poiché – viene spiegato – bisogna aspettare che la riduzione dei comparti completi il suo ‘iter’ e vada in Consiglio dei ministri.

Dopodiché arriverà l’atto di indirizzo all’Aran. «Aspettiamo una convocazione: basta annunci. Noi siamo disponibili al confronto e vogliamo rinnovare i contratti ma le risorse sono troppo poche e i criteri vanno contrattualizzati – insistono la Cgil e la Fp-Cgil. – Parliamo di lavoratori da sette anni senza contratto, il governo si dimostri un buon datore di lavoro e convochi il tavolo. Se il modello è Federmeccanica, si prendono la responsabilità di aprire uno scontro piuttosto vivace», afferma il leader della Fiom, Maurizio Landini


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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