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Fisco, il 45% degli imprenditori denuncia un … poverissimo reddito d’impresa: inferiore a 15.000 euro

tasse

ROMA – Proprio quando gli italiani si apprestano a pagare miliardi di tasse dalle statistiche del Dipartimento delle Finanze del Tesoro sulle dichiarazioni fiscali 2015 relative al 2014 emerge che il 49% degli imprenditori dichiara un reddito d’impresa inferiore a 15.000 euro e solo lo 0,6% un reddito sopra i 150.000.

REDDITI – Le dichiarazioni dei redditi 2015 riservano qualche sorpresa, denotando un incremento del livello medio di reddito dichiarato rispetto alla fotografia scattata l’anno prima, più forte per i dipendenti a tempo indeterminato, mentre soffrono i pensionati. Gli imprenditori, come detto sopra, restano sotto il livello dei lavoratori dipendenti, ma non è una novità, è sempre stato così. Chi ha un reddito fisso non sfugge alle voraci fauci del fisco.

DIPENDENTI – I lavoratori dipendenti, che sono oltre 20,5 milioni (50% del totale dei contribuenti), dichiarano infatti un reddito medio da lavoro dipendente di 20.520 euro.

AUTONOMI – La metà dei lavoratori autonomi dichiara compensi da lavoro autonomo inferiori a 25.820 euro e solo il 4,1% sopra i 185.920 euro.

PENSIONATI – I pensionati continuano a soffrire, dichiarando un reddito medio in calo del 18% a 16.700 euro.

«L’82,6% dei circa 40,7 milioni di contribuenti Irpef detiene prevalentemente reddito da lavoro dipendente o pensione e solo il 5,9% del totale, in linea con l’anno precedente, ha un reddito prevalente derivante dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo. La percentuale di coloro che detengono in prevalenza reddito da fabbricati è pari al 4,2%». È questa la classificazione dei redditi dei contribuenti italiani, come emerge sempre dalle statistiche sulle dichiarazioni fiscali. «Il reddito medio da lavoro dipendente presenta un’elevata variabilità rispetto alla diversa natura del datore di lavoro: il reddito medio più basso, pari a 9.700 euro, è per i lavoratori dipendenti il cui datore è una persona fisica; il valore sale a 13.890 euro per i dipendenti di società di persone, a 21.040 euro per i dipendenti della P.A, mentre si registra il reddito medio più elevato, pari a 23.630 euro, per i dipendenti delle società di capitali».

L’evasione e l’elusione dunque la fanno sempre da padroni nel nostro paese, e chi paga le tasse alla fine sono sempre e soltanto i pensionati, i lavoratori a reddito fisso e i proprietari di immobili. Neppure questo governo, che strombazza sempre propositi di equità fiscale, è riuscito a mettere ordine in questa materia. Mentre proprio da questi interventi, se fossero realizzati con serietà, si potrebbero trarre le risorse per accrescere la competitività e aiutare i giovani, senza puntare sempre l’indice sui pensionati, soprattutto quelli cosiddetti d’oro, che invece hanno pagato per oltre 40 anni contributi salati fino all’ultimo centesimo. Ma gli industriali anche recentemente, con il loro nuovo presidente Vincenzo Boccia, si sono schierati apertamente a favore del Governo; e dunque attendono i risultati di questo disinteressato appoggio.

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