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Pubblico impiego: a luglio si discute del nuovo contratto, ma il piatto piange.Sono disponibili solo 300 milioni

Marianna Madia
Marianna Madia

ROMA – Dopo averli tartassati in ogni modo il Governo cerca di recuperare il colloquio con i dipendenti pubblici. Entro l’inizio di luglio, infatti, il Ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia convocherà i sindacati per discutere il rinnovo contrattuale dopo sette anni di blocco e per confrontarsi sul testo unico del pubblico impiego.

MADIA – A dare la notizia – in occasione di un dibattito promosso da Cgil – è la stessa Madia. Che, a quanto pare, ha intenzione di continuare sulla strada del riavvicinamento ai sindacati tracciata dal Governo dopo la batosta del primo turno delle amministrative, che aveva già condotto a un primo passo avanti su un altro tema scottante: quello delle pensioni.

SINDACATI – Da parte loro i sindacati rimangono guardinghi, timorosi che si tratti del solito annuncio renziano. «Apprezziamo la disponibilità mostrata per la convocazione del tavolo», spiega Antonio Fucillo, Segretario Confederale Uil. Che posticipa il giudizio a quando il tavolo si aprirà davvero: «in quella circostanza – spiega – puntualizzeremo le nostre proposte: un contratto nazionale pieno, normativo ed economico», con «la liberazione dei vincoli normativi della contrattazione di secondo livello».

Annamaria Furlan, alla guida di Cisl, dimostra un atteggiamento meno pessimista: «Era ora che si aprisse la trattativa. Sette anni di attesa senza contratto hanno pesato enormemente sulle buste paga delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici, sulla qualità del loro lavoro e dei servizi offerti ai cittadini. Bisogna aggiungere che sono più di otto milioni i lavoratori del settore privato e del settore pubblico in attesa del rinnovo contrattuale».

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, da sempre critica nei confronti di Renzi e del Governo, non si sbilancia: «È una buona notizia che meriterebbe un brindisi – ha commentato – ma le bottiglie le stapperemo quando saremo effettivamente al tavolo contrattuale». E ribadisce: i 300 milioni di euro, stanziati nella scorsa legge di Stabilità, per il rinnovo dei contratti pubblici «non bastano. Noi pensiamo ci debbano essere aumenti sui minimi contrattuali per tutti i lavoratori pubblici: le retribuzioni basse non sono un fattore di crescita e non si può dire che poiché c’era la crisi devono rimanere basse. È la ricetta sbagliata».

RISORSE – Il ministro Madia assicura che le risorse per il contratto del pubblico impiego cresceranno man mano che si uscirà dalla crisi. I 300 milioni di euro introdotti nella scorsa legge di Stabilità, insomma, sarebbero solo «un inizio», per avviare la trattativa. «Quanto più cresceremo e tanto più usciremo dalla crisi tanto più ci saranno risorse». Ma di questi tempi sembra una promessa difficile da mantenere e inoltre i precedenti annunci non realizzati non inducono ad accordare troppa fiducia a questo Governo.

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