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Cina, G20: ripresa più debole del previsto. Commercio frenato. Padoan ottimista: nessun problema per le banche italiane

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CHENGDOU – La ripresa dell’economia mondiale c’è ma è più debole di quanto previsto. E’ quanto si legge nel comunicato finale del G20 di Chengdou, nel sud della Cina, dove i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali dei 20 paesi più industrializzati si sono riuniti per due giorni. “I benefici della crescita – si legge ancora – devono nel frattempo essere condivisi in modo più ampio tra Paesi per promuovere l’inclusione”. Nel documento vengono anche sollevate preoccupazioni “sui problemi strutturali, tra cui l’eccesso della capacità produttiva dell’industria, soprattutto dell’acciaio. Problemi aggravati da una debole ripresa economica globale e da una domanda bassa del mercato”. Questo “causa un impatto negativo sul commercio e sui lavoratori”.

L’eccesso nella produzione di acciaio in Cina è stato fonte di tensione a livello globale. Il segretario al Tesoro Usa Jackob Lew a giugno aveva accusato Pechino di “produrre effetti distorsivi e dannosi sui mercati internazionali”. I ministri delle Finanze e i governatori centrali del G20 hanno rimarcato che “l”eccesso di volatilità e i movimenti disordinati sul cambi valutari” possono avere un impatto sulla stabilità economica e finanziaria. Per questo motivo, è ribadito l’impegno del G20 di Shanghai, tenuto a febbraio, per evitare le “svalutazioni competitive”. In aggiunta, c”è la volontà di resistere a tutte le forme di protezionismo, alla base di un rischio freno agli scambi commerciali.

Il nostro ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, proprio dalla Cina ha tenuto a rassicurare sulla tenuta delle banche italiane: «Non esiste un problema bancario Italiano. Le pressioni sul sistema creditizio della Penisola riflettono una economia che è stata in recessione per tre anni e una accumulazione di crediti deteriorati, di cui ci occupiamo. Esistono anche “casi particolari che richiederanno aggiustamenti ma in generale le cifre e gli allarmismi che circolano sul livelli dei crediti deteriorati sono ampiamente esagerati». Quanto al dialogo con la Commissione europea «non c’è alcuna tensione – ha chiarito il ministro -. Abbiamo introdotto delle misure per accelerare lo smaltimento dei crediti deteriorati, mentre non vi sono necessità di salvataggi». Vedremo però, a breve, quali saranno i risultati, nella giornata del 29 luglio, degli stress test sugli istituti bancari da parte della Commissione Ue.

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