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Rai: ecco gli stipendi (da 200 mila euro l’anno in su) di dirigenti e direttori. Mentre gli italiani pagano il canone con la bolletta Enel

Campo Dall'Orto e Monica Maggioni
Campo Dall’Orto e Monica Maggioni

ROMA – In viale Mazzini la chiamano operazione «piena trasparenza», che verrà illustrata dal direttore generale Campo Dall’Orto e dalla presidente Rai Monica Maggioni. Per la prima volta verranno messi on line gli stipendi dei dirigenti che superano i 200mila euro (ma non quelli degli artisti), e i curricula e i criteri per il reclutamento del personale e per il conferimento di incarichi a collaboratori esterni. La Rai sarà la prima azienda italiana di queste dimensioni che informerà i cittadini, sull’esempio della Bbc. Ma scorrendo le cifre di alcuni stipendi anticipate da quasi tutti gli organi di stampa è prevedibile il vespaio di critiche politiche che verrà sollevato. Innanzitutto il DG Dall’Orto percepisce il rispettabile compenso di 600 mila euro , mentre la Presidente Monica Maggioni si ferma (si fa per dire) a soli 360 mila, i direttori dei Tg e di Rete viaggiano attorno ai 300 mila euro. Il tetto dei 240 mila euro dell’epoca Gubitosi (l’ex dg che poi ad alcuni lo rialzò, ma lo mantenne per sé fino all’uscita di scena) è saltato da un pezzo, da quando l’azienda emise i bond e con questo in automatico si sottrasse all’obbligo. Gli emolumenti sono lordi e, come ha spiegato più volte la Rai, si tratta di cifre di mercato, anzi calmierate rispetto agli equivalenti di qualunque azienda privata.

Ma Renzi non aveva detto di voler evitare sprechi? Queste prebende rientrano in un quadro di giuste retribuzioni? Oppure il premier ha come unico obiettivo dare addosso ai pensionati che hanno pagato 40 anni di contributi, falcidiando le loro rate mensili con balzelli di solidarietà o prelievi vari che gridano vendetta rispetto al principio che tutti (pensionati ma anche lavoratori attivi) devono pagare equamente? In attesa di risposte che Palazzo Chigi ovviamente sarebbe imbarazzato a dare, ecco qui riassunte le cifre percepite dai principali dirigenti, così come spiattellate dai vari quotidiani, dai quali abbiamo raccolto una summa.

Tra i direttori di rete, il meno costoso è quello di Raiuno, Andrea Fabiano, che non arriverebbe ai 200mila, mentre Ilaria Dallatana (Raidue) e Daria Bignardi (Raitre) sfiorerebbero i 300mila, come l’ex Andrea Vianello (dicono 320) ancora in attesa di ricollocazione adeguata. Quello di Raisport, Gabriele Romagnoli, ne prenderebbe 220 (il suo predecessore, Carlo Paris sui 170), il responsabile dei palinsesti Giancarlo Leone tra i 300 e i 340. Il direttore del Tg1 Mario Orfeo sarebbe inquadrato sui 310, quelli di Tg2 e Tg3, Marcello Masi e Bianca Berlinguer, sui 270.

Il direttore della Comunicazione Giovanni Parapini avrebbe una busta paga di 250 mila euro; il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta di 270 mila; il presidente di Rai Pubblicità Antonio Marano 390 mila; il direttore Risorse televisive Andrea Sassano scende a 220 mila, il direttore Canone Marco Zuppi a 240 mila (ma adesso che il canone è obbligatorio in bolletta che funzioni avrà?). Raffaele Agrusti, capo delle Finanze, starebbe sui 350, Guido Rossi, braccio destro di Campo Dall’Orto, intorno ai 200, il direttore di Rai Digital Gian Paolo Tagliavia sui 280, Carlo Verdelli, direttore dell’informazione più o meno 300 mila (ma zero benefit), il suo vice per il web Diego Antonelli 230, gli stessi che incassa l’editorialista Francesco Merlo, su cui il cda ha fatto ostruzionismo perché già pensionato, preso con contratto da consulente esterno. Massimo Coppola, consulente editoriale molto vicino a Campo Dall’Orto, sarebbe quotato a 200 mila.

E fin qui dirigenti e giornalisti con incarico e lavoro. Poi ci sono quelli che nelle stesse redazioni dei Tg Rai sono chiamati i «parcheggiati». O che hanno un contenzioso con l’azienda come Lorenza Lei che continuerebbe a percepire 240 mila euro. Anna La Rosa, ex direttrice dei Servizi parlamentari e ora disposizione del direttore del Tg3, avrebbe uno stipendio di 240 mila euro; 200 mila Carmen La Sorella e Francesco Pionati. Tiziana Ferrario 238 mila.

Stipendi non smentiti da viale Mazzini. Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, plaude all’iniziative e rilancia: «Voglio pure i compensi delle star».

In definitiva si tratta di emolumenti molto al di sopra di quelli che il Governo aveva stabilito per gli alti dirigenti pubblici e superiori all’appannaggio del Presidente della repubblica Sergio Mattarella, che fin dall’inizio ha deciso di limitare il proprio stipendio al tetto di 240mila fissato l’anno scorso per gli stipendi dei funzionari dello Stato.

Intanto i conti pubblici vanno a ramengo, serviranno altri 5 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva, ma il Governo continua a pensare a ingrassare le categorie che servono alla sua «laudatio» (media come la Rai) e contribuiscono a orientare favorevolmente l’opinione pubblica.

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