Monte Paschi: Renzi vorrebbe evitare l’intervento pubblico, ma Padoan preme
ROMA – Venerdì 29 luglio l’Autorità bancaria europea pubblicherà l’esito degli stress test sulle 51 grandi banche del Continente, cinque delle quali italiane: i risultati sono già trapelati e prevedono la promozione di Intesa, Unicredit, Ubi e Banco Popolare, la bocciatura di Montepaschi. Occorre quindi correre ai ripari per stendere una nuova rete di sicurezza intorno alla Banca, un tempo onore e vanto del Pci – Pd, per evitare ulteriori pesanti conseguenze negative.
Il Governo è diviso a tal proposito. Da un lato Renzi preferirebbe una soluzione totalmente privata, in modo da non utilizzare nuovamente fondi pubblici per risolvere gli errori dei banchieri (in questo caso gli ex vertici). Dopo il caso Etruria un nuovo decreto sulle banche sarebbe benzina per il fuoco degli oppositori. Dall’altro il ministro del Tesoro Padoan, sempre più convinto – così come la Banca d’Italia – della necessità di un intervento statale.
Le soluzioni per evitare un decreto e far ricorso all’intervento privato non mancano. Quella più probabile prevederebbe un prestito ponte di un pool di banche straniere. La Commissione europea ha indicato anche un precedente dello scorso autunno: la ricapitalizzazione delle banche greche Alpha Bank ed Eurobank . Allora la garanzia pubblica fu usata, ma non ci fu alcun esborso, e agli obbligazionisti delle due banche fu offerta la conversione dei titoli in azioni. Con un rilevante taglio del loro valore nominale, ma evitando l’azzeramento subito dagli obbligazionisti di Etruria e delle altre tre banche fallite l’anno scorso.