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Camillo Cipriani A5c37d06

Rai: solo per il personale costa 1 miliardo di euro l’anno. A carico di tutti noi

Campo Dall'Orto e Monica Maggioni
Campo Dall’Orto e Monica Maggioni

Mentre la Rai è al centro di polemiche infuocate per gli altisimi stipendi dei suoi dirigenti, molti dei quali non svolgono neppure un’attività, può essere interessante concentrare l’attenzione non solo sugli emolumenti scandalosi percepiti da moltissimi dipendenti, ma sui costi generali di gestione dell’Azienda, che costituiscono uno spreco inammissibile.

Da quanto risulta la Rai nel 2015 ha speso quasi un miliardo per i soli costi del personale, oltre a pagare altre innumerevoli prestazioni di lavoro autonome, erogate ai non contrattualizzati, che pesano per altri 132 milioni di euro. Sono questi i dati (inoppugnabili) che risultano dal bilancio 2015 dell’azienda. Che ha chiuso l’anno con una perdita per circa 25 milioni di euro, comunque inferiore a quella del 2014, che ammontava a quasi 180 milioni di euro. I super compensi dei manager, pubblicati nell’annunciata operazione trasparenza, costituiscono le punta più evidente del fardello che pesa sull’azienda e sulle nostre tasche.

La Rai deve fare anche i conti con un numero record di dipendenti, rimasto a livelli sostanzialmente stabili negli ultimi anni. Il Gruppo al 31 dicembre 2015 dava lavoro a 12.995 persone (di cui 967 con contratti a tempo determinanto). Nell’anno precedente ce n’erano circa 140 in meno. Si contano 319 dirigenti, 1.318 funzionari e quadri, 1620 giornalisti, 7.694 impiegati, 948 operai, 120 orchestrali e coristi e 9 medici ambulatoriali. Per stipendiarli tutti occorrono 976,5 milioni di euro, comprensivi di oneri sociali (versamento dei contributi), accantonamento del tfr ecc. In pratica, ogni dipendente alla Rai costa circa 75mila euro lordi l’anno.

Ma quanto incassa la Rai? Anche qui fa fede il bilancio. Nel 2015 il Gruppo Rai ha incassato in tutto all’incirca 2,5 miliardi di euro. In pratica, circa il 40% dei ricavi se n’è andato in costi per il personale.

E le aziende concorrenti quanto spendono per il personale in relazione ai ricavi? Mediaset ha chiuso l’ultimo bilancio con ricavi consolidati netti pari a 3,52 miliardi di euro, dei quali circa 930 milioni guadagnati in Spagna. Restano comunque 2,6 miliardi raccolti sul suolo italiano, a fronte di un numero di dipendenti in Italia pari a 4.154 unità, un terzo di quelli Rai. Mediaset spende meno in stipendi (intorno al mezzo miliardo) e incassa di più. Si dirà che la mission dell’emittente pubblica è diversa e che quindi i costi, rispetto al privato, sono giocoforza superiori. Ma è un fatto che la Rai esce perdente anche dal raffronto con le tv di Stato estere.

Vediamo, ad esempio, bilancio del 2012 e personale della televisione pubblica che ha miglior fama, l’inglese Bbc. Aveva un organico di 22.399 dipendenti (la Rai nello stesso periodo si fermava sotto i dodicimila, circa la metà) e per il personale spendeva 1,4 miliardi, solo il 40% in più di quanto spende la tv pubblica italiana. Vuol dire che la media dello stipendio annuale di un dipendente della Bbc era di circa 62mila euro. Tredicimila in meno di un suo omologo della Rai.

Tutto il carrozzone Rai si regge per gran parte sul canone pagato dai cittadini: 1,6 miliardi a fronte di 658 milioni incassati con la pubblicità. Ma, almeno da questo punto di vista, la Rai poteva vantare un costo dell’abbonamento di gran lunga inferiore a quello di altri Paesi: poco più di 110 euro rispetto ai 416 della Svizzera, ai 327 della Danimarca e via dicendo fino ai 197 del Regno Unito. Che ora ci viene prelevato automaticamente (in misura lievemente ridotta)grazie alla geniale trovata renziana del canone Rai in bolletta. Moltissime sono state le proteste per questo vero e proprio scippo perpetrato grazie all’iniziativa del Governo, proteste (e ricorsi) destinati a moltiplicarsi dopo la pubblicazione di quanto sperpera Mamma Rai per il suo funzionamento e per i faraonici emolumenti dei suoi dipendenti. A cominciare dal Direttore Generale, a cui viene erogato un trattamento economico di due volte e mezzo superiore a quello del nostro Presidente della Repubblica. Tant’è che da molte parti, anche politiche, si chiede che il Governo estenda il tetto di 240.000 euro annui anche alla categoria dei dipendenti Rai, pagati profumatamente coi soldi di tutti noi.

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