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Toscana, Poste: da oggi 25 luglio mobilitazione dei lavoratori, mercoledì 27 manifestazione davanti alla prefettura di Firenze

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FIRENZE – Tutto il personale di Poste Italiane della Toscana si mobilita contro la manovra del Governo; da oggi lunedì 25 luglio al 24 agosto l’iniziativa riguarderà tutti i settori dai portalettere agli sportellisti. Mercoledì 27 luglio manifestazione di protesta in piazza della Repubblica a Firenze e presidio davanti alla prefettura.
Le organizzazioni sindacali spiegano così le motivazioni dell’agitazione: una manovra per fare cassa, questo l’obiettivo del Governo che nei giorni scorsi ha deciso di cedere il 35% di Poste Italiane a Cassa Depositi e Prestiti, al cui interno sono presenti le fondazioni bancarie, competitor di Poste. Mentre per il restante 29,7% ha deciso un’ulteriore vendita in borsa, come avvenuto per il 35,3% già venduto lo scorso ottobre. Scelte che, dicono i sindacati Slc-Cgil, Cisl-Slp, Uilposte, Failp-Cisal, Confsal e Ugl della Toscana, lascia molti dubbi sul futuro dell’azienda.
“Il Governo così non solo si priverà di un’entrata sicura dovuta ai dividendi che Poste distribuisce agli azionisti – attaccano i sindacati – ma smantellerà di fatto un servizio pubblico che interessa milioni di cittadini, visto che Poste Italiane effettua ancora un servizio sociale e universale, con una presenza capillare in tutto il Paese. La privatizzazione decisa dal Governo compromette l’unicità aziendale e pone seri dubbi sul futuro della più grande azienda del nostro Paese. Sono a rischio i settori più deboli come il recapito e la logistica, e regna incertezza nei settori più forti come il bancario e l’assicurativo visto che Cassa Depositi e Prestiti è, in parte, in mano alle fondazioni bancarie”.
Inoltre si spiega che la carenza di personale negli uffici impedisce la copertura delle postazioni di sportello, delle sale consulenza, dei ruoli specialistici, con gravi ricadute sui lavoratori e sulla clientela. Si lamentano anche le mancate trasformazioni dei part time in full time, gli strumenti ed attrezzature di lavoro obsoleti che rallentano le procedure di lavoro, con postazioni lavorative spesso non a norma, il ricorso a continui distacchi/trasferte per coprire le carenze strutturali degli uffici, i bugdet assegnati agli uffici postali irraggiungibili, con pressioni commerciali che non rispettano il protocollo nazionale sottoscritto tra azienda e sindacati, la Carenza di strumenti e mezzi idonei che spinge i lavoratori all’uso del proprio automezzo per gli spostamenti. Le ragioni dello sciopero nel settore del recapito riguardano invece la riorganizzazione delle consegne a giorni alterni ad Arezzo e Prato che non sta funzionando e le continue assunzioni di personale a tempo determinato.

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