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Olimpiadi Rio 2016: quanto vale una medaglia? L’Italia, in testa fra i paesi europei, supera anche Canada e Stati Uniti

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ROMA – Quanto vale una medaglia olimpica? Moralmente il valore è inestimabile, ma se si vuole monetizzare troviamo in testa, con la concessione di ricchi premi, Paesi come la Malaysia, Thailandia e Singapore, mentre i comitati olimpici europei (ad eccezione dell’Italia, come sempre grandiosa), statunitensi e canadesi sono molto più tirchi, arrivano anzi al punto di tassare gli atleti invece di premiarli.

ITALIA – Il Coni non lesina danaro per i suoi atleti vittoriosi: la medaglia d’oro prevede l’assegnazione di 150mila euro, 10mila euro in più rispetto alle Olimpiadi di Londra. La medaglia d’argento vale 75mila euro, il bronzo 50mila euro. Un bel premio, ma lordo: ci sono poi da considerare le tasse.

EUROPA – Gli altri paesi europei sono decisamente meno generosi: non più di 50mila euro in Francia, meno di 20mila in Germania. In Gran Bretagna però gli atleti hanno diritto a un francobollo commemorativo.

MONDO – In cima alla classifica, accanto a Malaysia e Thailandia, c’è Singapore. Al gradino più alto del podio vanno circa 740mila dollari, ma per ora nessuna atleta si è aggiudicato la cifra. Anche Taiwan – 640mila dollari per l’oro, 223mila per la medaglia d’argento e 160mila per il bronzo – si difende bene. Come Azerbaijan – 250mila per l’oro, 124mila e 62mila per argento e bronzo – e Filippine – 215mila dollari per l’oro, 107mila per l’argento e 43mila per il bronzo. E la Cina? Non è particolarmente generosa con i suoi atleti – circa 25mila euro per il primo posto – ma compensa con regali: automobili, appartamenti e altri benefit per i vincitori e le loro famiglie.

STATI UNITI – Fanalino di coda, come detto, i paesi europei (fatta eccezione per l’Italia) insieme a Canada e Stati Uniti, che offrono dai 25mila euro in giù. Negli Stati Uniti infatti la medaglia d’oro vale 25mila dollari, 15mila l’argento e 10mila il bronzo. Il premio però è sempre stato tassato come reddito percepito all’estero, a seconda del reddito dell’atleta. Capita così che le star del basket devono pagare in tasse una medaglia di bronzo per portare a casa l’oro. Si chiama victory tax, e si discute se sia il caso di eliminarla. Quest’anno il senatore di New York Charles Schumer sta cercando di ottenere l’esenzione per gli atleti: «La maggior parte dei paesi sostengono i loro atleti: il minimo che si possa fare è assicurarsi che non vengano tassati per vincere». In Gran Bretagna non ci sono premi, ma incassi degli sponsor a sei zeri e una possibilità unica al mondo: un francobollo commemorativo.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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