Terremoto: secondo stime non ufficiali i morti sarebbero già più di 60. Ma protezione civile e Governo, in attesa dell’arrivo del premier, parlano ancora di 38 vittime
RIETI – Il bilancio ufficiale parla ancora di 38 vittime, ma secondo i vigili del fuoco di Rieti, impegnati nelle zone di Amatrice, Accumoli ed Arquata del Tronto per la ricerca dei dispersi, “sono almeno 60 le vittime accertate” causate dal terremoto che ha colpito il centro Italia. Di queste, circa 20 morti sono stati recuperati ad Arquata, circa 10 ad Accumoli e i restanti ad Amatrice. Un altro calcolo fatto dall’Ansa, sulla base di quanto reperito in loco, porterebbe a almeno 63 le vittime del terremoto. In particolare, i morti ad Amatrice (Rieti) sono almeno 35: le salme sono state depositate in due cortili. Altri 11 morti si sono avuti ad Accumoli, sempre nel reatino. Sono invece 17, ultimo dato aggiornato, le vittime portate nell”ospedale di Ascoli Piceno. Fra di loro, oltre alle persone morte ad Arquata e Pescara del Tronto, ci sarebbe anche una bimba di Amatrice estratta viva dalle macerie ma deceduta in ospedale.
del resto che ci si avvii verso una cifra molto più alta rispetto a quella finora comunicata ufficialmente lo si desume anche dalle parole del ministro Delrio, presente nella zona del disastro: “C’è ancora da continuare i soccorsi perché il numero delle vittime continua a crescere di ora in ora. La situazione è molto grave perché abbiamo interi paesi distrutti”. Il ministro ha quindi spiegato di essere in costante contatto con il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Intanto cominciano le polemiche, e ad iniziarle è un politico che è stato toccato dal terremoto del 2002 a San Giuliano di Puglia (CB): il consigliere regionale del Molise Michele Petraroia, è critico sulla tempistica della macchina dei soccorsi.”In queste ore – sottolinea – occorre raccordare gli interventi nelle aree colpite, coordinare i soccorsi e pianificare l”intervento della rete nazionale delle associazioni di protezione civile per assicurare sostegno, alloggi provvisori, cure mediche, sangue, vestiario e beni alimentari. È stato amaro vedere stamane in diretta televisiva, a sei ore dal sisma, che la gente scavava a mani nude nel mentre scorrevano i sottotitoli sul possibile arrivo dei genieri dell’Esercito. Possibile – conclude – che tragedie come San Giuliano di Puglia e L’Aquila non abbiano insegnato niente?”.