Terremoto, funerali Amatrice: vescovo di Rieti, il sisma non uccide, uccidono le opere dell’uomo (video)
AMATRICE – “Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo!”, così il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, nell’omelia della messa funebre ad Amatrice. La ricostruzione – ha proseguito – non dev’essere “una ‘querelle politica’ o una forma di sciacallaggio di varia natura, ma quel che deve: far rivivere una bellezza di cui siamo custodi”. Ci sono voluti otto minuti, al vescovo per leggere i nomi di tutte le vittime del terremoto. Un lungo elenco, salutato al termine con un forte applauso, che ha dato l’inizio ai funerali ad Amatrice, per le vittime del terremoto che ha devastato il centro Italia.
Il crocifisso ligneo, salvato dal crollo di una delle chiese di Amatrice, è stato fissato dai volontari sull’altare della tensostruttura. Sul sagrato improvvisato ci sono fiori e palloncini bianchi, come le bare bianche poste sul sagrato improvvisato.
I volontari della Protezione Civile hanno predisposto, sotto una pioggia battente, due grosse tensostrutture nel cortile del complesso Don Minozzi, la struttura educativa per buona parte crollata con la scossa del 24 agosto. A celebrare le esequie funebri è il vescovo di Rieti Domenico Pompili, l’ex vescovo dell’Aquila Molinari e il vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole. Presenti anche il premier, Matteo Renzi, e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oltre ai presidenti della due Camere, Grasso e Boldrini.
Le vittime accertate finora del terremoto sono 292, con le due estratte oggi dalle macerie ad Amatrice. Il bilancio dal capo della Dicomac della Protezione Civile a Rieti Titti Postiglione. In dettaglio i morti sono 231 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata. Gli assistiti nelle tende sono circa 2900, mentre sui dispersi la Protezione civile non dà cifre e resta ai 10 indicati dal sindaco di Amatrice.