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Opera di Firenze: Stefano Bollani suona con Zubin Mehta e l’Orchestra del Maggio

Stefano Bollani e Zubin Mehta (foto Contrasto)
Stefano Bollani e Zubin Mehta (foto Contrasto)

FIRENZE – Stefano Bollani e Zubin Mehta si esibiscono di nuovo insieme, stavolta all’Opera di Firenze giovedì 8 settembre alle 20, sempre con L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. In programma c’è il «Concert champêtre» di Francis Poulenc (1899-1963), che l’ancor giovane compositore scrisse per clavicembalo tra il 1927 e il 1928 su commissione della principessa di Polignac, nel cui salone aveva potuto conoscere la grandissima clavicembalista Wanda Landowska; fu naturalmente lei la prima esecutrice dell’opera. Era un’epoca di rinascita del clavicembalo, strumento per il quale, sempre pensando alla Landowska, Manuel de Falla aveva scritto un concerto nel 1926. Nel suo «Concert champêtre» Poulenc innerva di suggestioni anni Venti le molte allusioni a François Couperin (1668-1733). Solo successivamente Poulenc ne fece una trascrizione per pianoforte, che è quella che esguirà stasera Bollani col Maggio, dopo averla eseguita in luglio a Roma con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Nella seconda parte del concerto Zubin Mehta dirigerà la Sinfonia n. 6 in la minore «Tragica» di Gustav Mahler, composta nei mesi estivi del 1903 e del 1904, finita di strumentare il 1° giugno 1905, eseguita per la prima volta a Essen il 27 maggio 1906 diretta dall’autore, pubblicata nel 1906 in tre diverse versioni, ritoccata nel 1907 e rimeditata fino al 1910. Nemmeno il titolo fu subito quello odierno. Un Mahler enigmatico, glossato dalla moglie Alma, che racconta come nel 1904, a fine vacanza, Mahler le avesse suonato la Sesta quasi finita nel silenzio del bosco e le avesse detto: «Ho tentato di fissare il tuo carattere in un tema – non so se mi è riuscito. Ma devi lasciarmi fare»; è il tema del primo tempo. Nell’ultimo descrive la sua fine, o meglio, quella del suo eroe: «L’eroe che viene colpito tre volte dal destino, il terzo colpo lo abbatte, come un albero». Sempre parole di Mahler, a detta di Alma, che scrisse anche: «Nessun’opera gli è sgorgata tanto direttamente dal cuore come questa. Piangevamo quella volta, tutti e due, tanto profondamente ci toccava questa musica». C’è da crederci.

Opera di Firenze (Piazzale Vittorio Gui, 1 / Viale Fratelli Rosselli)

Giovedì 8 settembre, ore 20

Biglietti da 10 a 80 euro, in vendita anche online sul sito dell’Opera di Firenze

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