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Riforme: renzi apre a modifiche sull’Italicum, annunzia la data del referendum e attacca D’Alema

renzi

ROMA – Matteo Renzi apre alle modifiche dell’Italicum, precisa che il referendum costituzionale si terrà tra il 15 novembre e il 5 dicembre, e attacca D’Alema ribaltando su di lui l’accusa di “intelligenza con il nemico”: “vuole rifare la Bicamerale con Berlusconi”. Renzi è intervenuto a Porta a Porta, ospite di Bruno Vespa, al quale ha confessato di “non aver cambiato idea” sulle proprie dimissioni in caso di vittoria del no al referendum, ma di non voler parlare del proprio futuro, “per non personalizzare” il dibattito.

E infatti il premier si è concentrato come mai prima su tutti gli aspetti e i contenuti della riforma, convenendo con Antonio Padellaro che aveva criticato la forma letteraria della riforma: “il testo originale del governo era scritto meglio – ha osservato – e in sei passaggi il Parlamento l”ha cambiato: è il gioco della democrazia”.

Renzi ha poi criticato D’Alema, passando dal fioretto alla sciabola: inizialmente ha sottolineato i difetti della riforma federalista del 2001 voluta proprio dal governo D’Alema, che viene corretta proprio dalla attuale riforma costituzionale, e poi lo ha attaccato su un piano più politico: “D’Alema e Berlusconi si amano – ha ironizzato – e quando c’è amore c’è tutto: hanno un disegno, quello di rifare la Bicamerale”.

Ma Renzi ha teso anche un ramoscello d’ulivo alla minoranza interna del Pd, strattonata dall’iniziativa di Massimo D’Alema; il premier ha detto di essere “pronto a cambiare l’Italicum se ci sono i numeri in Parlamento, anche se il prossimo 4 ottobre la Corte Costituzionale promuoverà la legge elettorale.

Dal canto suo anche il ministro Maria Elena Boschi si è detta d’accordo ad approvare già in questa legislatura la legge elettorale sul nuovo Senato, proprio come chiede la minoranza Dem.

La dialettica interna si riflette sul referendum anche nel centrodestra. Renato Brunetta ha rilanciato l’idea che “il no al referendum rimette insieme il centrodestra”; “adesso abbiamo l’occasione della rinascita e della riscossa”. Francesco Giro, senatore di FI vicino al tentativo di Stefano Parisi appoggiato da Berlusconi, ha replicato: “io francamente eviterei di cadere in un eccesso di retorica sul referendum”. Se infatti la riaggregazione del centrodestra dovesse essere incentrata unicamente nella battaglia per il no al referendum, e in questo appuntamento dovesse poi prevalere il sì, il centrodestra si vedrebbe allontanato dal proprio elettorato moderato. Inoltre i “compagni di battaglia” per il no sono tutti distanti politicamente, da D’Alema a Zagrebelsky fino a Grillo, interlocutori inutili per una ripartenza politica.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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