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Migranti: si alza un muro nel cuore dell’Europa, per arginare la ‘giungla’ di Calais (foto)

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CALAIS – Si erige un altro muro contro i migranti nel cuore dell’Europa: mentre l’Italia apre le porte e le braccia alle moltitudini in arrivo dall’Africa, gli altri paesi si premuniscono e erigono barriere. Sono cominciati in Francia i lavori per la costruzione del grande muro di Calais, che Londra ha voluto per impedire ai migranti in fuga da guerra e povertà di passare dalla Francia in Gran Bretagna. Quando Donald Trump, candidato alla presidenziali Usa, si è azzardato a proporre la costruzioni di una barriera per impedire il passaggio dei migranti messicani ha subito subito l’anatema di Papa Francesco. Che dirà ora il Santo Padre, che diranno i protettori dei migranti capeggiati Laura Boldrini, quali saranno le reazioni della neghittosa e imbelle Europa?

Dopo le analoghe costruzioni spuntate in quasi tutti i paesi del confine sud orientale dell’Europa, sta sorgendo velocemente una barriera tra due paesi simbolo di quell’Occidente che, a parole, tanto aveva criticato iniziative simili realizzate dall’Ungheria e da altri Stati. Alto quattro metri per un chilometro di lunghezza, il muro in cemento armato e dotato di telecamere di sorveglianza sorgerà a poche centinaia di metri dalla ”Giungla” dei migranti che il governo di Parigi si è impegnato a smantellare entro fine anno.

calaisL’obiettivo è impedire ai disperati di introdursi illegalmente nei camion diretti a Dover, dall’altra parte della Manica. Interamente finanziata dal governo di Londra, la struttura completerà il recinto di protezione in ferro e filo spinato già eretto nella zona per impedire l’accesso al porto. Secondo la prefettura del Pas-de-Calais, il muro sarà pronto “entro fine anno”. I lavori preparatori iniziarono a fine agosto. In base alle stime che circolano, il progetto dovrebbe costare 3,2 milioni di euro e fa parte di un pacchetto di misure del governo di Londra per meglio controllare la frontiera ”condivisa” con le autorità francesi.

calais2Il progetto era stato concordato da tempo fra i due Paesi e l’ex premier David Cameron lo aveva presentato nell’incontro dello scorso marzo col presidente Hollande. Secondo le ultime stime, sono oltre 10.000 i migranti del campo chiamato ”la Giungla”, non lontano dalla più importante arteria stradale che conduce al porto e agli imbarchi per l’Inghilterra. A decine ogni giorno tentano di salire sui tir diretti a Dover, spesso incolonnati in attesa di raggiungere i ferry, causando forti disagi, regolarmente messi in evidenza dalla stampa del Regno Unito.

L’iniziativa ha raccolto forti critiche. Non solo delle associazioni umanitarie ma anche da parte dei diretti interessati, gli autotrasportatori britannici. Una delle loro associazioni, la Road Haulage Association, ha parlato di “spreco di denaro pubblico” e chiesto che invece i fondi vengano usati per migliorare la sicurezza e i controlli direttamente sulle strade, potenziando la presenza della polizia e anche usando l’esercito. La settimana scorsa, il governo di Parigi ha presentato un piano per suddividere i migranti di Calais su tutto il territorio nazionale. A otto mesi dalle elezioni presidenziali del 2017, il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha inviato una lettera ai prefetti di Francia per indurli a trovare entro fine anno 12.000 posti per accogliere i profughi che verranno evacuati dalla ”Jungle”. Un’iniziativa che a molti sindaci di Francia non è piaciuta. Si riproduce così la situazione italiana, ai prefetti l’onere di ripartire i migranti, nonostante le opposizioni dei sindaci.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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