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Firenze, Referendum e Italicum: confronto al Rosselli. Prevalgono le ragioni del No

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FIRENZE – Interessante dibattito ieri 3 ottobre allo Spazio Rosselli in via degli Alfani, sul tema dei rapporti fra legge elettorale (Italicum) e referendum istituzionale. Rapporto che molti, in modo subdolo, negano, a cominciare dal premier Matteo Renzi. Il dibattito, moderato dal Presidente della Fondazione Fratelli Rosselli, l’On Valdo Spini, ha visto la partecipazione di qualificatissimi relatori quali gli On.li Gianfranco Pasquino, Federico Fornaro e Carlo Galli.

La tesi uscita dalle relazioni e dall’animato dibattito, al quale ha partecipato un pubblico numeroso e informato, ha confermato lo stretto legame fra legge elettorale e riforma, il cui connubio – grazie anche al sistema del ballottaggio – potrebbe condurre a un potere eccessivo, quasi sconfinato di un partito (e del suo leader) che abbia raccolto una percentuale anche ridotta di voti.

spini1Ha preso la parola per primo Valdo Spini, che ha confermato le tesi sostenute anche la settimana precedente a Prato, in un analogo dibattito svoltosi allo spazio Aut. Spini era stato invitato a sostenere le ragioni del no insieme al sen. Vannino Chiti che sosteneva le ragioni del Si.

Spini ha affermato: “Lo dico con dispiacere, ma con questa riforma non ci siamo. Non ci siamo nel merito, per le ragioni esposte fin dall’aprile scorso del documento dei cinquanta costituzionalisti come Enzo Cheli e Ugo De Siervo che l’hanno definita come sbagliata ed incoerente. Non ci siamo per il contesto più generale, ovverosia per i sistemi elettorali del Senato e della Camera. E’ vero che questi non sono oggetto del referendum che riguarda solo le modifiche costituzionali, ma è altresì vero che non conosciamo ancora il sistema elettorale dei cento nuovi senatori espressi dai consigli regionali ed è soprattutto vero che con il No al referendum decadrebbe con chiarezza l’Italicum, sistema elettorale ormai da molti denunciato come inadeguato e pericoloso.” Detto questo, il mio auspicio è per una campagna referendaria civile una campagna referendaria diretta a non dimenticarsi delle esigenze di dialogo che si manifesteranno dopo il referendum nell’area del centro-sinistra e della sinistra.”

fornaroHanno preso poi la parola gli altri relatori che, con diverse posizioni e con diversi accenti, hanno puntato l’indice contro il pericolo di una concentrazione di poteri eccessiva a seguito delle nuove riforme. Una buona parte di quanto inserito nel testo approvato dalle Camere può considerarsi positiva, come ad esempio la chiarificazione dell’ambito dei poteri tra Stato e Regioni, l’eliminazione del Cnel, ma altre parti, come ad esempio la formazione e composizione del senato, il processo di elezione del Capo dello Stato, la riserva del potere di fiducia a una sola delle due camere destano qualche perplessità. E soprattutto si è invocata una sostanziale rettifica della legge elettorale che, è stato detto, in definitiva non differisce di molto dal Porcellum (qualcuno l’ha definito il Porcellinum) caduto sotto gli strali della Consulta.pasquino

L’auspicio è che si arrivi a una rettifica in tempo utile, anche se la posizione del premier non sembra essere aperta a molte correzioni. Per la legge elettorale infatti Renzi, dopo aver dimostrato apertura a modifiche provenienti anche dal pd, ha fatto subito retromarcia dichiarando che spetta agli altri fare proposte in proposito.

Dunque, si è concluso alla fine del dibattito, meglio la vittoria del No, che rimetta in discussione riforma e conseguentemente anche l’Italicum, piuttosto dell’approvazione di quest’intervento su molteplici articoli della Costituzione, da molti ritenuto incoerente, dannoso e addirittura (ma forse si esagera) un pericolo per la democrazia.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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