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Garanzia giovani: il 64% in Italia ha trovato lavoro. Il progetto europeo funziona

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BRUXELLES – Nell’Unione Europea il 35,5% dei ragazzi e delle ragazze che hanno utilizzato nel 2015 lo schema europeo di lotta alla disoccupazione giovanile, la Garanzia Giovani, sei mesi dopo avevano trovato lavoro o erano tornati a studiare, con punte del 71,4% in Irlanda e del 64,1% in Italia, fino al 37,7% della Spagna e al 30,4% dell’Ungheria, con la Danimarca al 49,9%. Ne ha dato notizia la Commissione Europea, che ha approvato una comunicazione sui principali risultati dello schema.

PROGRAMMA – Un giovane esce dalla Garanzia Giovani o accettando un’offerta di lavoro, studio, stage o apprendistato, oppure disiscrivendosi prima di accettarla. La Garanzia Giovani ha raggiunto però pochi Neet (nullafacenti, o giovani che non lavorano, non studiano né fanno stage o apprendistati) in Italia, solo il 10,5%, secondo i dati della Commissione. Dal 2013 ad oggi, secondo l’esecutivo, nell’Ue ci sono 1,4 mln di giovani disoccupati in meno e 900mila giovani in meno nella categoria dei Neet , anche se “la disoccupazione giovanile rimane una preoccupazione chiave in molti Stati membri”. Dal gennaio 2014, secondo i dati dell’esecutivo Ue, 14 mln di ragazzi e ragazze dell’Ue sono entrati negli schemi europei di Garanzia Giovani; di questi, circa 9 mln hanno accettato un’offerta di lavoro, di istruzione, di apprendistato o di stage all’interno del programma. Di tutte le offerte fatte, la maggior parte erano di lavoro, secondo la Commissione.

INIZIATIVA – L’iniziativa giovani è stata lanciata ad aprile 2013 dai capi di Stato e di governo dell’Ue. Nel corso dei negoziati per il nuovo bilancio pluriennale dell’Unione europea è stata creata un’apposita voce per contrastare la disoccupazione degli under 25. Una dotazione di sei miliardi (salita poi 6,4 miliardi, a seguito dell’ingresso della Croazia, a luglio dello stesso anno), messi tutti a disposizione subito anziché spalmarli su quinquennio 2014-2018 (operazione di «frontloading», come si definisce nel gergo comunitario). Soldi da usare per permettere a tutte le persone sotto i 25 anni (fino a 29 anni in l’Italia) di fare esperienze lavorative e di formazione dopo 4 mesi dalla fine degli studi. Lo schema di per sé non crea occupazione diretta e duratura, ma opportunità di lavoro attraverso tirocini e impieghi temporanei che poi possono o diventare stabili o contribuire alla costruzione del curriculum professionale, così da immettere nel mercato del lavoro persone di esperienza e intercettare le esigenze delle imprese.

MODALITÀ – Si aderisce al programma registrandosi sulle apposite piattaforme nazionali. In Italia il governo fin da subito ha attivato il portale Garanzia giovani (www.garanziagiovani.it). Qui si possono scegliere opportunità in qualunque regione. Non è obbligatorio il criterio di residenza. Entro 60 giorni dall’adesione, la Regione prescelta contatta l’interessato, che viene indirizzato ad uno sportello dei Servizi per l’Impiego, dove concordare un percorso personalizzato per l’inserimento lavorativo o di formazione professionale. Entro 4 mesi dal momento della stipula del Patto di servizio, arriva l’offerta una misura in linea con il profilo dell’utente. Ci si può cancellare in qualunque momento.

DISOCCUPAZIONE – Da quando è stata istituita Iniziativa giovani a oggi la disoccupazione giovanile è diminuita del 5,5% nell’Eurozona, con lo speciale programma Ue che in questo «ha giocato un ruolo importante», secondo la Commissione europea. Anche per effetto ciclico (la ripresina) tra il primo trimestre 2013 e il secondo trimestre del 2016, evidenzia l’esecutivo comunitario, il tasso dei senza lavoro under 25 nell’area con la moneta unica è sceso dal 24,4% al 18,9%. In termini percentuali si è avuta una riduzione dal 24,4% al 18,9%, che in termini assoluti si traduce in 199.320 giovani disoccupati in meno rispetto agli oltre tre milioni e mezzo (3.624.000) di aprile 2013.

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