Manovra, Unione europea: la lettera di risposta di Padoan ai rilievi della Commissione
ROMA – L’aumento del cosiddetto «deficit strutturale» è la questione che più divide Italia e Commissione Ue ed è stata al centro della risposta del nostro Governo ai rilievi della Commissione. Con unalettera datata 27 ottobre e diretta ai due commissari competenti il ministro Padoan spiega le ragioni che hanno portato alla definizione di quel deficit, derivante da circostanze eccezionali.
Per Bruxelles si tratta del più importante dei parametri, perché calcola l’aumento del disavanzo al netto dell’andamento dell’economia e degli interessi che paghiamo sul nostro enorme debito pubblico, dunque utile a giudicare lo sforzo italiano verso una maggiore disciplina fiscale. In un primo tempo l’Italia aveva preso l’impegno a migliorarlo di sei decimi, poi si è informalmente accordata per abbassarlo dall’1,2 all’1,1 per cento, ora tenuto conto delle spese eccezionali chiede di aumentarlo fino all’1,6 per cento.
Benché la manovra per il 2017 contenga parecchie voci che nulla hanno a che vedere con le emergenze, Padoan spiega che invece quella è la ragione essenziale dello sforamento: «Al di là delle considerazioni sull’andamento del ciclo, la deviazione dagli obiettivi» fin qui promessi per il 2017 «è largamente spiegabile dalle spese straordinarie per l’immigrazione e il rischio sismico».
«Al 26 ottobre Marina militare e Guardia costiera hanno dato assistenza e salvato 156.705 persone, più che nell’intero 2015». Quanto al secondo punto il ministro spiega la necessità di «rafforzare e rispondere meglio di quanto fatto in passato» ai «frequenti e distruttivi terremoti» sul territorio italiano. Stima gli interventi di assistenza e ricostruzione in «2,8 miliardi per il solo 2017», quanto necessario a mettere in sicurezza «42mila edifici scolastici, il 30 per cento dei quali ha bisogno di manutenzione» o addirittura «di ricostruzione». Le immagini dell’ultimo terremoto nel centro-Italia sono un dettaglio difficile da trascurare.
Ora la palla passa all’esecutivo europeo che deciderà se passare la manovra così com’è, prendendo per buone le spiegazioni ricevute, o chiedere una correzione al nostro governo.