Presidenza Usa: ultimi sondaggi, Trump (46%) sorpassa Clinton (45%)
NEW YORK – Quando mancano solo sei giorni alle votazioni per l’elezione per prossimo presidente americano, l’impressione è che fino alla fine non ci saranno certezze. E che non sarà facile spuntarla per Hillary Clinton, che prima degli ultimi sviluppi dello scandalo email, sembrava avere messo in cassaforte la Casa Bianca. Invece l’ultimo sondaggio condotto da Washington Post e Abc parla di un Donald Trump sempre più forte, che domina seppur di poco le preferenze degli elettori americani: il 46% per il candidato repubblicano contro il 45% della candidata democratica. Nonostante questo c’è il dato dei voti anticipati che racconta un’altra storia. Tra i 21 milioni che hanno già espresso la propria preferenza pare che Clinton continui a essere avanti, soprattutto negli stati più in bilico, con l’ambitissima Florida in prima fila.
TRUMP – E poi c’è la questione russa. Secondo alcune fonti citate da diversi media americani l’Fbi, oltre a continuare l’indagine sulle mail di Clinton, avrebbe aperto anche un analisi preliminare sui possibili collegamenti tra la campagna di The Donald e il Cremlino. C’è da dire che il New York Times, sin dall’inizio acerrimo nemico di Trump, sostiene che non ci sia alcun legame evidente, almeno per ora. Quello su cui insiste il quotidiano di New York – e questo potrebbe essere un altro elemento centrale in questa ultima settimana – sono le possibili violazioni della legge da parte del candidato repubblicano negli anni ’90: non avrebbe infatti pagato le tasse per centinaia di milioni di dollari usando stratagemmi al limite della legalità. Quello che è certo è il fatto che entrambi i candidati si presentano agli elettori con almeno un’ombra proveniente dal passato.
HILLARY – La posta in gioco per Hillary comunque è molto di più di una vittoria alle urne. Perché anche se l’8 novembre dovesse battere Trump, come continua a essere probabile, potrebbe andare incontro a una presidenza azzoppata. Questo per due motivi. Da una parte i democratici potrebbero non riuscire a vincere il Senato né tanto meno la Camera, e quindi Clinton andrebbe incontro a un periodo di immobilismo che potrebbe tradursi in una presidenza a singolo mandato. Dall’altra lo scandalo mail potrebbe protrarsi e arrivare a una soluzione solo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca. E proprio questo secondo punto potrebbe portare a un impeachment o a un ulteriore indebolimento della neonata presidenza.
REPUBBLICANI – Ad evocare per la prima volta l’impeachment, lo spettro di una messa in stato di accusa per Hillary Clinton se fosse eletta alla Casa Bianca è il senatore repubblicano Ron Johnson, presidente della commissione per la sicurezza nazionale e per gli affari governativi, in campagna elettorale per essere rieletto in Wisconsin. Johnson ha dichiarato al quotidiano Beloit Daily News che l”ex segretario di Stato ha deliberatamente aggirato la legge usando un server privato per trattare gli affari pubblici quando era segretario di Stato. Il senatore ha accusato la candidata democratica di aver intenzionalmente nascosto e distrutto materiale riguardante la difesa nazionale.