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La relazione del segretario Pierluigi Bersani alla direzione nazionale del Pd

Bersani: il Si porta instabilità. Se perde Renzi potrà restare, anche se acciaccatino

Pierluigi Bersani si dimette
Pierluigi Bersani

ROMA- Il Sì porta instabilità. Se perde Matteo può restare, anche se un po’ acciaccatino. E’ quanto afferma Pierluigi Bersani, in un colloquio con il Corriere della Sera. «Il risultato di Trump – osserva Bersani – dice che l’onda ormai è quella. È successo negli Stati Uniti l’8 novembre e così andrà da noi il 4 dicembre. Il Sì porta instabilità, il No invece è il time out, è un anno di tregua in cui, buttato a mare l’Italicum, fai le leggi elettorali per Camera e Senato, plachi il Paese e ti riorganizzi». Alla domanda se ciò debba avvenire con l’attuale premier, o senza, Bersani replica: «Se vince il No per me Renzi può anche restare a Palazzo Chigi, magari un po” acciaccatino… Io non ho problemi, basta che stiamo meno chiusi, meno comandini, meno arroganti e meno inchinati. Se invece Renzi se ne vuole andare, sarà il presidente Mattarella a decidere il da farsi».

Bersani spiega anche di non perdonare a Renzi l’aver esposto il Pd e il governo fino a un punto di non ritorno sulla riforma costituzionale, dando al referendum il peso di una elezione di metà mandato: «È stato un errore gigantesco – afferma -, perché non siamo un Paese di costituzionalisti e molti italiani non voteranno sulla riforma, ma su altro». La minoranza Pd, però, non da una mano per salvare il salvabile perché «il dentifricio dentro il tubetto non si può rimettere».

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