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Economia: anche Standard & Poor’s stigmatizza la crescita lenta dell’Italia, che non tornerà ai livelli precrisi prima del 2025

++ INDUSTRIA: ISTAT; GIU'PRODUZIONE SETTEMBRE, -2,1% MESE ++

ROMA – Altre notizie poco incoraggianti per il Governo in vista del referendum del 4 dicembre. L’azione fin qui svolta non è servita a rilanciare la crescita. Anche l’agenzia di rating Standard and Poor’s esprime stime piuttosto caute per l’Italia, segnalando che fra il 2016 e il 2018 l’economia crescerà ad un tasso inferiore all’1%. L’agenzia non ritiene che l’Italia torni ai livelli pre-crisi prima del 2025. Lo dice un report di S&P sull’Italia, imputando questo passo lento alla mancanza di dinamismo della produttività, che condiziona anche la competitività e quindi l’export tricolore. «L’Italia è l’unico paese europeo che non h registrato incrementi di produttività dal 2000 a oggi», sottolinea Jean-Michel Six, capo economista dell’area EMEA di S&P. Le esportazioni – si sottolinea – sono risultate deboli nonostante il forte deprezzamento dell’euro e comunque l’export ha avuto una performance inferiore rispetto agli altri Paesi europei. S&P pensa che l’accelerazione del PIL del 3° trimestre sia solo temporanea. Non vi sono dunque favorevoli auspici per l’Italia e per il suo governo, finora incapace di rilanciare l’economia. E non lo sarà per molto tempo, visto che si occupa soprattutto di referendum e che dopo il 4 dicembre lo scenario sarà senza dubbio rivolto alle consultazioni elettorali del 2018, a meno che non si decida di anticiparle a seconda di come voteranno fra 15 giorni gli italiani.

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