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Referendum: l’Europa disegna quattro scenari possibili, tutti negativi, anche se vince il Si

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BRUXELLES – Mentre sui giornali stranieri, soprattutto inglesi, impazzano le previsioni negative sul futuro dell’Italia e dell’Europa in caso di vittoria del No, gli analisti di Bruxelles esaminano con più raziocinio gli scenari possibili, partendo dal punto di vista che comunque una competizione elettorale destinata a spaccare uno dei paesi fondatori, anche se attualmente non fra i maggiori protagonisti dell’economia europea (siamo considerati piuttosto una palla al piede), avrà conseguenze d’instabilità che si ripercuoteranno sui mercati e sul resto d’Europa. Hanno perciò prefigurato quattro diversi scenari con prospettive negative differenziate, tre in caso di vittoria del No, uno anche in caso di vittoria del Si, come riferisce Marco Bresolin, inviato de La Stampa nella capitale belga.

Primo scenario

Se dovesse vincere il No, gli osservatori formulano almeno tre ipotesi teoriche. Renzi si dimette e viene formato un nuovo governo, Renzi rimane nonostante la sconfitta (o ritorna con nuovo incarico), oppure si scivola nel voto anticipato. Un governo-traghettatore verso il voto del 2018? «Sarà molto importante capire se questo governo continuerà sulla strada delle riforme iniziate da Renzi – spiega Guntram Wolff, direttore del think tank di Bruxelles Bruegel -. La crescita italiana deve essere sostenuta e c’è ancora molto lavoro da fare».

Secondo scenario

Se invece Renzi rimarrà al governo nonostante la sconfitta, come ha già promesso, aumentano le preoccupazioni. «Per Bruxelles sarebbe un brutto colpo – ragiona Pablo Rodriguez, corrispondente dalle istituzioni europee del quotidiano spagnolo El Mundo -. Prima di tutto perché sarebbe il quarto referendum in un anno in cui la gente vota anche contro l’Europa. Poi ci sono le incognite sul possibile cambio di atteggiamento di Renzi. Con una sconfitta reindirizzerebbe la sua politica in una chiave meno europeista, per parlare all’elettorato di Lega e Cinque Stelle».

Terzo scenario

Dopo la vittoria del No Mattarella decide di andare al voto. In pochi ci credono perché i «rischi» dovuti alle «minacce» di un’avanzata populista sono troppo forti. «La vittoria delle opposizioni – prevede Mario Telò, docente all’Università Libre di Bruxelles e alla Luiss di Roma – verrebbe condizionata da posizioni estremiste e anti-euro, con effetti disastrosi per la credibilità politica ed economica italiana. Uno scenario weimariano da 1932-‘33».

Quarto scenario

Se vincesse il sì non tutti prevedono che le cose si metteranno bene per l’Italia e per il governo. Per Karel Lannoo, Ceo del Centro per gli Studi Politici Europei di Bruxelles, «non bisogna farsi illusioni. Perché Renzi avrà davanti a sé una sfilza di problemi da risolvere. Penso al settore bancario, oppure ai conti pubblici, con i livelli alti di deficit e debito». Interessante il punto di vista di Tobias Piller, storico corrispondente in Italia della tedesca Frankfurter Allgemeine Zeitung. «Vincendo il referendum – spiega – Renzi pretenderà di prendere la guida dell’Europa. Ma l’atteggiamento del premier, che vuole una revisione dei trattati e spinge per non inserirci il Fiscal Compact, rischia di avere effetti opposti in Germania. Da noi alimenterebbe il populismo, visto che un partito come l’Afd è nato proprio sull’onda delle critiche a Italia e Grecia».

Dunque in sostanza comunque vada la consultazione per l’Italia permarranno gravi problemi, soprattutto economici, che il rottamatore non riesce a risolvere. Anche in Europa pensano dunque che questo tipo di riforma sia inutile o addirittura controproducente. Checché ne dicano Renzi e il vecchio Re Giorgio Napolitano, che ha cambiato improvvisamente parere sulla costituzione più bella del mondo e con le sue decisioni autoritarie e improduttive ha messo in piedi tre governi del presidente che ci hanno portato alla situazione attuale.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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