Monte Paschi, Assemblea: si parte con 600 esuberi e l’aumento di capitale probabilmente sarà deciso dopo il referendum
SIENA . E’ partita la procedura per definire le prime tranche di esuberi e di chiusure di filiali previste dal nuovo piano industriale di Mps. Domani alle 11, in Rocca Salimbeni, ci sarà un incontro fra la banca e i sindacati. Il piano industriale prevede 2.900 esuberi volontari e 300 assunzioni, con la chiusura di circa 500 filiali. In base a quanto spiegato da Antonio Damiani, della Fisac Cgil, la prima tranche riguarderà 600 esuberi da definire entro aprile e per i quali sarà attivato il fondo di solidarietà. Entro la fine di gennaio saranno invece chiuse 175 filiali. Ci saranno anche accorpamenti di aree territoriali: a Napoli l’area sud (con anche Puglia, Sicilia e Calabria), mentre in Toscana verranno accorpate quelle di Siena e Firenze.
Intanto, mentre è in corso l’assemblea di Monte Paschi, escono alcune indiscrezioni. Su 162,8 miliardi di passività di Mps, quelle idonee al bail-in, dunque in grado si assorbire perdite, sono pari a 64,8 miliardi, secondo i dati forniti dalla banca. I numeri fotografano la situazione al 31 dicembre 2015. Le passività idonee al bail-in comprendono, in ordine decrescente di subordinazione, azioni, obbligazioni subordinate di tipo At1, obbligazioni subordinate di tipo At2, obbligazioni senior e depositi bancari sopra 100mila euro. Nel caso di risoluzione della banca, le perdite verrebbero coperte utilizzando, secondo le norme europee, fino all’8% delle passività totali (162 miliardi), pari a 13 miliardi che sarebbero forniti dai 64,8 miliardi di passività idonee dalla procedura di risoluzione. Solo una volta raggiunto il limite dell’8%, il Fondo di risoluzione interverrebbe ricapitalizzando il Monte con un contributo di 8 miliardi.
La Fondazione Mps deciderà dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre se aderire o meno all’aumento di capitale di Banca Monte dei Paschi di Siena, la cui approvazione è all’ordine del giorno oggi dell’assemblea straordinaria dell’istituto. Lo ha precisato Marcello Clarich, presidente dell’ente senese, parlando con i giornalisti a margine dell’assemblea degli azionisti. «Decideremo nei primi giorni di dicembre. Dobbiamo prima vedere esattamente quali saranno i termini dell’operazione e cosa succederà con i fattori esogeni, come ad esempio l’esito del referendum, che può condizionare gli scenari». Il presidente della Fondazione Mps ha espresso l’auspicio che i mercati finanziari, come già successo con la Brexit e l’elezione di Donald Trump a nuovo presidente Usa, qualunque sia l’esito del referendum costituzionale reagiscano senza grossi problemi.