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Economia: il prezzo dell’energia sale a livelli record e penalizza le aziende

ROMA – A novembre, gli scambi di energia elettrica nel Mercato del Giorno Prima, registrano l’aumento su base annua più importante da inizio anno (+3%) trainati dalla crescita delle esportazioni (+198,1%) favorite dai rialzi dei prezzi delle borse d’oltralpe causati dal fermo delle centrali nucleari francesi.

Lo rivela il Gestore dei Mercati Energetici (GME) nella consueta newsletter mensile di Novembre. Ancora fiacchi invece gli acquisti nazionali (+0,3%). Sul lato offerta, il crollo delle importazioni nette (-61,9%) ha dato slancio alle vendite delle unità di produzione nazionali (+16,5%) ed in particolare alle vendite degli impianti termoelettrici a gas naturale (+42,6%) che salgono ai massimi dal marzo 2012. La liquidità del mercato si conferma pertanto su valori piuttosto elevati (69,2%).

In tale quadro, il prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica (PUN), al terzo aumento congiunturale, sale a 58,33 euro/MWh, ai massimi da agosto 2015. Per quanto riguarda i prezzi di vendita, il Nord appare la zona più penalizzata dall’attuale congiuntura europea e, come ad ottobre, fissa il prezzo di vendita più alto con 61,16 euro/MWh; il Sud, per contro, grazie anche ad una buona disponibilità di energia da fonte eolica (+40,2%), consolida il suo primato di zona dal prezzo di vendita più basso con 52,74 euro/MWh. N

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