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##Renzi diserta il Quirinale: domani a Roma riunisce segretari Pd. E Bersani attacca: «Non sa cosa voglia dire fare autocritica»

L’ex presidente del consiglio Matteo Renzi con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: oggi l’ex premier non è andato al Quirinale
ROMA - L'aspettavano: non l'hanno visto. Matteo Renzi non ha partecipato all'appuntamento per gli auguri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella al Quirinale, ma arriverà domani, mercoled' 21 disembre, a Roma per
vedere i segretari regionali e provinciali del Pd.Il segretario Dem è stato il grande assente della cerimonia al Quirinale, durante la quale Mattarella lo haringraziato per l'opera prestata al servizio del Paese in quasi
tre anni di intenso impegno a capo del potere esecutivo. Renzi mantiene così la linea defilata rispetto alla politica romana, ma domani sarà nella capitale per riunire al Nazareno i segretari regionali e provinciali 
del partito, alle 12 e alle 14. L'obiettivo, annunciato domenica durante l'intervento all'assemblea nazionale Dem, è quello di preparare la giornata di mobilitazione totale di tutti i circoli in tutto il Paese, il 21 gennaio, 
ma anche l'appuntamento programmatico del 4 febbraio. Un modo per ripartire dal territorio e dalla base, come ha detto più volte in questi giorni ai suoi.

Pierluigi Bersani
Pierluigi Bersani
Non è invece in programma domani, a differenza di quanto appariva in un primo momento, la segreteria del partito, che non viene convocata ormai da mesi. «La segreteria - aveva detto Renzi sempre domenica - deve funzionare 
meglio, è stato un mio errore, dobbiamo essere più plurali e autorevoli e già da mercoledì ci riuniremo per cambiare passo». Appuntamento, per il momento rimandato. E non sembra che, per l'organismo, ci siano grandi
cambiamenti in vista. Al momento - spiega un membro della stessa segreteria - non si parla di azzeramento, né di grandi cambiamenti. Sicuramente sarà riunita più spesso e dovrà avere maggior peso. Poi magari ci potrebbe 
essere anche qualche aggiustamento sui nomi, un rimpasto, ma non una rivoluzione.

Intanto nel Pd le acque, tra le correnti, restano agitate. Oggi Pierluigi Bersani è tornato ad attaccare il segretario: «Mi viene da sorridere perché le autocritiche sono robe abbastanza impegnative, serie: se uno in un'ora 
di discorso riesce a non dire la parola lavoro, scuola, immigrazione, disuguaglianza, sta facendo a pugni con la realtà, la realtà non è solo comunicazione - ha detto, ospite a Corriere live -. Se si dice abbiamo ragione
in tutto ma non l'abbiamo fatto capire, questo è il contrario di un'autocritica». Ma il patto di sindacato che guida il Pd al momento regge: «Quella di Renzi - ha assicurato il presidente del partito e 'giovane turco' Matteo 
Orfini - è ancora la leadership più forte, pur con la necessità di correggere gli errori».

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