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Politica: lungo ponte natalizio dei nostri onorevoli, dal 22 dicembre al 10 gennaio 2017

I nostri onorevoli lavorano poco, e addirittura si regalano ferie supplementari per riposarsi dalle loro fatiche. Più lunghe addirittura di quelle concesse alle scuole. Papa Francesco ha più volte invitato il mondo a costruire ponti e a abbattere i muri. Deputati e senatori lo hanno preso alla lettera e, detto fatto, un «super-ponte» (19 giorni di fila) è stato autorizzato dalle conferenze dei capigruppo di entrambe le Camere. Perciò i parlamentari torneranno al lavoro lunedì 9 gennaio a Montecitorio e martedì 10 a Palazzo Madama. Diciotto giorni di pausa per i deputati e diciannove per i senatori.

In tutto, per l’appunto, fanno una ventina di giorni. Niente di diverso dal passato, la pausa natalizia, non applicata ai «comuni» lavoratori, è una tradizione decennale del Parlamento. E – sostengono i politici – non stare in Aula a votare non significa necessariamente andare in vacanza. C’è il lavoro delle commissioni, certo. E soprattutto la necessità di riannodare i fili con il «territorio».

Il rottamatore non ha innovato neppure in questa abitudine, indigesta agli eletori, anzi. La legislatura nel 2013 era cominciata con ritmi diversi, il Parlamento si fermò d’estate per meno di un mese, per l’esattezza 27 giorni, tanto che la Boldrini si vantò del fatto che «se facciamo un confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia stavolta dà il buon esempio». Subito rinfoderato. Nel 2016, infatti, la pausa estiva è durata ben 40 giorni.

Anche il Natale 2015 fu segnato dalle polemiche. In questo caso nel mirino finirono le vacanze lunghissime concesse ai deputati che non siedevano nella commissione Bilancio, l’unica in quelle settimane impegnata con l’esame della legge di Stabilità. E così ai venti giorni di sosta natalizia se ne aggiunsero altri dieci sfruttando il ponte dell’Immacolata.

Anche ai tempi della crisi economica del 2011 e del 2012 gli onorevoli tornarono al lavoro solo a metà settembre perché, fino al 9 di quel mese, 170 parlamentari si erano recati in pellegrinaggio in Terra Santa con la regia del ciellino Maurizio Lupi. Dodici mesi più tardi fu Mario Monti a provare a imporsi: «Io mi fermerò solo una settimana». Il Parlamento non lo seguì, e lo stop si protrasse dall’8 agosto al 3 settembre. E ai tempi di Renzi la situazione è addirittura peggiorata.


Ezzelino da Montepulico


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