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Gentiloni, bilancio di fine anno: immigrazione, banche, giovani, continuità nel perseguire le riforme

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ROMA – Il premier Paolo Gentiloni ha parlato dell’attività del governo per l’anno 2016, anche se il suo esecutivo è in carica solo da qualche settimana. Ma ha tenuto a rivendica continuità rispetto al governo Renzi. «Il governo proseguirà sulla strada delle riforme, non abbiamo finito e non abbiamo scherzato, tutti consapevoli che il percorso andrà avanti», ha detto Gentiloni. E ha fatto cenno ai «capitoli da completare». Le parole chiave del premier: «Lavoro ai giovani e Sud. Il governo ha moltiplicato i suoi sforzi – ha proseguito -. Il completamento delle riforme non è un puntiglio, è un’esigenza del Paese, fa bene all’economia, alla crescita, alla semplicità dell’Italia». La ministra per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha confermato che sui sottosegretari c’è «una sostanziale continuità».

«Questo è considerato un limite?», ha chiesto il presidente del Consiglio. «Non c’è niente di sorprendente? Lo capisco, ma rivendico gli sforzi sul piano politico. Anche sul piano della legge elettorale, il governo accompagnerà la discussione tra i partiti.

SICUREZZA E IMMIGRAZIONE

Sulla sicurezza, il premier ha detto: «Non esistono Paesi non a rischio, e questo è importante da far sapere ai cittadini, perché bisogna trasmettere l’onesta consapevolezza che l’Italia ha una posizione geopolitica esposta, al centro del Mediterraneo, una delle aree di crisi più complesse del mondo. Ci sono livelli di convivenza tra comunità diverse, meno drammatiche da noi se paragonata ad altri stati, dobbiamo mantenere molto alta la guardia. Le minacce possono venire anche dall’esterno, lo sappiamo. Ma la radicalizzazione avviene nelle nostre case e nei nostri quartieri». A proposito dell’accoglienza, il premier ha dato una notizia: «C’è da rivedere il nostro sistema di accoglienza, da rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri».

BANCHE E MPS

Il presidente del consiglio ha toccato il tema del salvataggio di Monte Paschi: «Il governo finanzia le banche perché una parte consistente dei cittadini ha conto corrente in una banca. È nostro dovere evitare il fallimento di una banca. Avremo un’interlocuzione con la Vigilanza europea, mi auguro sia una dialettica produttiva ed efficace, altrimenti sarà una discussione difficile. Credo convenga anche alla Ue, invece, una discussione feconda e utile».

LOTTI, DEL SETTE

A una specifica domanda in merito all’inchiesta sugli appalti Consip il premier risponde: «Credo che le iniziative giudiziarie di cui sono stati oggetto il generale Del Sette e il ministro Luca Lotti non impongano al governo di prendere decisioni, che a mio avviso sarebbero ingiuste e ingiustificate».


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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