Economia: Standard & Poor’s, non sono le pensioni ma il debito pubblico la palla al piede dell’Italia
ROMA – La riforma delle pensioni attuata in Italia riduce l’onere legato all’invecchiamento della popolazione, ma il debito elevato resta un ostacolo. E’ quanto si legge in un report di Standard & Poor’s, che sottolinea comunque come l’agenzia prevede «che il bilancio del Paese rimanga sotto pressione, a causa del modesto outlook di crescita nel breve termine e l’assenza di una riduzione decisa del deficit e del debito pubblico».
L’Italia, spiega S&P, in passato ha attuato ampie riforme del sistema pensionistico per contenere gli effetti sul bilancio dell’invecchiamento della popolazione e, in questo contesto, mostra un vantaggio rispetto agli altri Paesi europei.
Dunque la severa Agenzia americana promuove le riforme pensionistiche dei passati governi, delle quali ha beneficiato anche il passato governo, ma mette sotto accusa l’accrescimento della spesa e del debito pubblico, dovuto di recente alle tante mance elettoralistiche del rottamatore (80 euro, 500 euro ai 18enni, 900 euro alle mamme ecc..). Sarebbe quindi opportuno che il governo e Boeri (visto che di professione dovrebbe fare l’economista ed essere addentro a questi meccanismi) non si arrovellassero troppo per bastonare e sacrificare ancor più i pensionati, che hanno già fatto la loro parte di sacrifici, ma dirigessero la loro attenzione sulle inesauste greppie politiche centrali e locali, che mietono ancora fondi a non finire.
roberto
Gent.mo Dott.re Paolo Padoin
Grazie per la sua rapida risposta.
Lei conferma ciò che ho/ha dimostrato con l’articolo di Repubblica!
Dedurre oneri e spese primarie e sociali dal reddito globale effettivo personale e comunque conseguito ( da rendite finanziarie immobiliari etc.etc e da lavoro) fa emergere il sommerso!
Nella ultima Delega Fiscale approvata dal parlamento del settembre 2013 erano citati gli articoli 3 e 53 e per attivarli era previsto il ” contrasto di interessi”! Il 3 sul precetto di uguaglianza sostanziale ed il 53 per la capacità contributiva e per il criterio della progressività dell’intero sistema tributario! A tali provvedimenti non sono seguiti i relativi decreti attuativi! Niente di nuovo! Nell’ormai lontano 1971 nel giorno 10 settembre venne approvata dal parlamento la legge delega n° 825 che dava i criteri direttivi al governo per applicare gli articoli 3 e 53. Alla base c’era il Diritto Costituzionale della deduzione delle spese primarie e sociali necessarie per riprodurre il reddito e via discorrendo! Dott.re Padoin,grazie per l’attenzione! L’unica soluzione è l’attuazione/realizzazione della 1a parte della Costituzione che farà funzionare al meglio anche la sua 2a parte relativa alle istituzioni elettive!
Paolo Padoin
Rispondo anche alle sue ultime affermazioni, che mi sembrano logiche e fondate. purtroppo la politica continua a ragionare in termini clientelari
e anche questi cosiddetti giovani che si sono presentati al governo non fanno eccezione. L’evasione fiscale resta altissima soprattutto fra chi non è tassato alla fonte e se si desse l’opportunità anche ai lavoratori dipendenti (e non solo ai professionisti e agli autonomi) di scaricare tutte le spese da fatture e scontrini forse qualcosa in più emergerebbe. Mi sembra però che nessun governo, da Berlusconi a prodi a Renzi, da destra, centro e sinistra, ci senta da questo orecchio. E si continua a proporre riforme inutili e di facciata. Cominciamo a abolire le regioni e molto del debito pubblico e dei costi della politica si taglierà automaticamente. in Francia l’hanno fatto in sei mesi, ma sono uno Stato con tradizione lunga e consolidata. Auguri e grazie dell’attenzione con cui segue il nostro giornale P. Padoin
roberto
Dott.re Paolo Padoin. Leggo sempre i suoi ottimi articoli e mi permetto di commentarli anche con proposte di tipo costituzionale! Mi può fare un commento sul resto del mio articolo?
In effetti è così! In 3 anni di Renzi il debito è aumentato automaticamente,come è stato fin dagli anni 80′, anche solo per gli interessi pagati che si aggirano annualmente sui 75/80 miliardi. Ma questo non esclude che anche Renzi è propenso all’aumento del deficit che poi significa dare una ulteriore spinta verso l’alto dello storico debito il quale andrà a gravare sui redditi dei nostri figli e nipoti così come dicevamo negli anni 80′ che il debito sarebbe ricaduto sulle nostre spalle! Un circolo cancerogeno che porta alla morte economica i ceti meno abbienti! Grazie per la sua risposta! Buon Anno roberto
Paolo Padoin
In effetti abbiamo attribuito a Renzi solo l’innalzamento recente del debito non quello passato, già molto rilevante
roberto
Il nostro debito pubblico è la diretta conseguenza della violazione della Costituzione nel suo articolo 53 per cui invece che “tutti concorrono alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e con il criterio della progressività” ” NON tutti concorrono alle spese pubbliche” e la colossale e storica evasione fiscale e contributiva sta li a dimostrarlo in modo disarmante! Questa illegalità costituzionale è diretta responsabilità della classe dirigente per la ricerca del consenso politico/elettorale! Si sa che gli evasori votano e votano per chi non gli fa pagare le tasse! Chi le paga,lavoratori dipendenti e pensionati con ritenuta Irpef alla fonte, sono divisi tra di loro e vince sempre il,” Dividi et Impera”!
roberto
Dire che la colpa dell’aumento del debito pubblico è di Renzi mi sembra eccessivo!
Gli 80 euro nelle buste paga sono doverosi in quanto sono i lavoratori dipendenti che sostengono questo STRACCIO di stato sociale prescritto dalla Costituzione! Magari poteva fare la riforma tributaria costituzionale che metteva nelle buste paga medio basse e a chi non paga l’Irpef non 80 euro ma 200/250 euro mensili e a pagare sarebbero stati i ricchi i benestanti e i grandi e medi evasori fiscali e contributivi! I piccoli evasori rinunciando ad un piatto di lenticchie di evasione avrebbero i diritti sociali collettivi prescritti dalla Costituzione garantiti, efficienti e gratuiti!
ARTICOLO APPARSO SU REPUBBLICA IN CRONACA DI FIRENZE NEL MARZO 2013!
LA GUARDIA DI FINANZA HA SCOPERTO CHE 1O AZIENDE SU 12 ERANO EVASORI TOTALI!GRAZIE ALLE DEDUZIONI DELLE SPESE(ARTICOLO 53 DELLA COSTITUZIONE. n.d.r)
QUESTO IL TITOLO DI REPUBBLICA
“SI SCORDANO DI DICHIARARE AL FISCO LE ENTRATE. COSTRUTTORI EDILI “TRADITI”DAI LORO CLIENTI”!
L’articolo dimostra, in modo chiaro e disarmante l’efficacia, come l’applicazione dell’articolo 53 della Costituzione mettendo al CENTRO la PERSONA con la sua vita economica fatta di entrate ed uscite, nell’evitare l’evasione fiscale e fare emergere un sommerso annuo pari a circa 450/500 miliardi per un mancato gettito di 260 miliardi! QUESTA COLOSSALE E PERMESSA ( LEGGI VOTO DI SCAMBIO) EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA HA DETERMINATO IL COLOSSALE DEBITO PUBBLICO CHE COSTA AI SOLITI NOTI CON RITENUTA ALLA FONTE 70/75 MILIARDI ANNUI!
Il FATTO!
E’ accaduto che i clienti hanno portato in deduzione dal loro reddito lordo il 36% del totale dell’importo delle fatture rilasciate dai fornitori per ristrutturazioni edilizie.
L’ Agenzia delle Entrate di Firenze,viste queste deduzioni, hanno potuto fare un “ controllo incrociato” ed hanno scoperto che i fornitori non avevano contabilizzato sul loro reddito d’impresa gli incassi degli importi dei loro clienti!
Il nuovo accertamento ha portato allo scoperto un sommerso di 11 milioni di imponibile tra IVA e IRPEF.Poi ci sono evasioni di IRAP e Contributi Previdenziali!
Per il precetto di capacità contributiva, di cui al 1°comma dell’articolo 53 della Costituzione, le spese primarie e sociali, non quelle che rappresentano un lusso, non sono soggette ad alcuna tassazione, nel senso che esse fanno parte della capacità contributiva. (On.le Scoca relatore, a nome di tutti i partiti, dell’articolo 53 della Costituzione votato all’unanimità dall’ Assemblea Costituente del 23 maggio 1947)
Inoltre, applicando i 2 commi dell’articolo 53 della Costituzione,
viene accertata l’effettiva capacità contributiva e viene dato progressività al sistema tributario nel suo complesso.( tributi diretti ed indiretti sui consumi = IVA-IRPEF).