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Germania: Angela Merkel, il terrorismo islamico è la minaccia principale per la nostra sicurezza

BERLINO – Nel suo discorso di fine anno Angela Merkel non ha usato giri di parole, come in genere fanno ipocritamente i nostri politici, ma ha chiaramente definito il terrorismo islamico la minaccia principale per il suo paese. A meno di due settimane dall’attentato di Berlino in cui sono morte 12 persone Merkel, secondo cui la Germania ha affrontato nel 2016 un anno di duri test, ha sottolineato la necessità di mantenere saldi i valori democratici e ha chiesto ai tedeschi di rispondere agli assassini pieni di odio con compassione e unità. La cancelliera tedesca ha ammesso che sapere che l’attentato di Berlino è stato condotto da un richiedente asilo, come nel caso degli attacchi di luglio, è un colpo amaro e nauseante ma ha difeso la sua decisione di mantenere la politica di accoglienza per decine di migliaia di persone che fuggono dalle guerre da Paesi arabi e musulmani, accusando i critici di distorcere la realtà. «Quando guardiamo alle immagini delle bombe ad Aleppo in Siria, dobbiamo ripetere quanto sia importante e giusto per noi aver aiutato coloro che necessitavano della nostra protezione per trovare il loro posto qui e integrarsi» ha sottolineato. Merkel ha aggiunto che è attraverso questi valori di umanità e apertura che la Germania può affrontare coloro che sposano l’odio. «Andando avanti con le nostre vite e con il nostro lavoro diciamo ai terroristi: siete degli assassini pieni di odio, ma non cambierete il nostro modo di vivere e la voglia di vivere. Siamo liberi, caritatevoli e aperti».

Merkel ha poi parlato anche delle sfide dei populismi alla democrazia parlamentare e all’Europa, difendendo i tempi e le complessità del lavoro a livello europeo. «Si, l’Europa è lenta e faticosa, ha dovuto accettare profonde cesure, come l”uscita di uno dei suoi Stati membri – ha aggiunto riferendosi alla Brexit – ma noi tedeschi non dovremmo lasciarci mai illudere dall’idea che un futuro felice possa risiedere in soluzioni nazionali unilaterali».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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