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Beppe Grillo attacca nuovamente Matteo Renzi

Parlamento europeo: colpo di scena, Alde rifiuta M5s. Grillo non va a Bruxelles. E i suoi restano senza gruppo

Beppe Grillo attacca nuovamente Matteo Renzi
Beppe Grillo

BRUXELLES – Si è chiusa con un doppio colpo di scena la tentata avventura del Movimento 5 stelle in Europa. Beppe Grillo non è mai arrivato al Parlamento europeo, ma si è solo collegato via teleconferenza dall’Italia, per parlare con gli eurodeputati italiani della decisione (ratificata dal voto online degli iscritti) di farli uscire dal gruppo euroscettico Efdd per entrare nell’Alde, l’alleanza liberaldemocratica nell’Assemblea di Strasburgo. Ma nel tardo pomeriggio l’Alde stessa ha bocciato, a sorpresa, il pre-accordo fra il suo presidente Guy Verhofstadt e Grillo per la collaborazione in un gruppo europarlamentare comune.

STRASBURGO PARLAMENTO EUROPEOA riconoscere che il leader del Cinque Stelle non era a Bruxelles, e che ha discusso con gli eletti del Movimento via teleconferenza è stato l’eurodeputato Piernicola Pedicini, parlando con i giornalisti stasera all’uscita dalla riunione. Per ore i cronisti avevano cercato di intercettare Grillo e lo avevano aspettato, credendo che fosse fisicamente presente alla riunione al Parlamento europeo, senza che l’Ufficio stampa – che ha cortesemente allontanato tutti i cronisti in attesa – fornisse precisazioni sulle vere modalità della discussione. Alla riunione è intervenuto invece Davide Casaleggio, a quanto ha confermato Pedicini, secondo il quale «Grillostamattina non si è
sentito bene e non ha potuto viaggiare».

Che cosa succederà ora agli eurodeputati del M5s? Dove siederanno a Strasburgo? «Formalmente, tecnicamente – ha spiegato Pedicini ai cronisti – siamo ancora membri dell’Efdd, il gruppo euroscettico di Nigel Farage e dell’Ukip, il partito euroscettico britannico. Ma dopo quello che è successo non credo ci siano più le condizioni per stare con loro, da parte loro soprattutto.Comunque, rispetto all’Efdd avevamo già preso strade diverse: dopo il referendum sulla Brexit loro sono focalizzati sull’uscita dall’Ue, noi invece vogliamo stare in Europa e cambiarla. Le divaricazioni con l’Ukip si sono acuite, il gruppo Efdd sarebbe finito a breve comunque; e allora ci siamo mossi in anticipo, ma siamo stati penalizzati. Probabilmente finiremo fra i non iscritti, e questo è un danno enorme, perché stare fuori da un gruppo europarlamentare a Strasburgo significa avere agibilità politica nulla, ma questo ci dà tempo due anni e mezzo per lavorare alla creazione di un nuovo gruppo intorno alle nostre politiche».

Ma non sarebbe stato meglio cercare seriamente un accordo con i Verdi? A questa domanda Pedicini ha risposto: «Noi eravamo aperti a diversi scenari, ma i Verdi non ci hanno mai voluto, né la prima volta (dopo le elezioni europee del 2014, ndr) né la seconda volta (il mese scorso, ndr), nonostante il fatto che con loro abbiamo convergenze di voto anche maggiori che con l’Alde. Non ci hanno voluto perché la nostra delegazione sarebbe stata la più numerosa nel gruppo, e i tedeschi soprattutto erano contro». Pedicini ha concluso annunciando che all’elezione per il presidente del Parlamento europeo, il 17 gennaio, da parte degli eurodeputati del M5s «ci sarà libertà di coscienza e non un voto di delegazione». Tutti gli altri partiti, dal Pd a quelli di centrodestra, attaccano i grillini. L’accusa: aver tradito la fiducia degli italiani.

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