Migranti: Cona e Sesto fiorentino, accoglienza e pietà certo, ma no a proteste e slogan violenti nelle nostre città
L’episodio, tragico, di Sesto Fiorentino, nel quale un immigrato ha perso la vita a causa dell’incendio di un capannone occupato abusivamente da due anni da un gruppo di somali, già reduci da una precedente occupazione abusiva, ci induce a fare alcune riflessioni sulle condizioni di un’accoglienza, che deve essere civile, e sui limiti della stessa. Ma anche e soprattutto sull’inammissibilità delle proteste, anche violente, di gruppi di migranti organizzate in tutt’Italia e anche a Firenze in modo in parte spontaneo ma in parte strumentalizzato e fomentato da Associazioni e movimenti.
TOSCANA – Puntiamo l’attenzione su fatti recentissimi e sulla situazione fiorentina e toscana che ci tocca più da vicino. I numeri ci dicono che la Toscana è fra le regioni più impegnate e meglio organizzate, attraverso il sistema di accoglienza diffusa inaugurato nel 2011 quando ero prefetto di Firenze e coordinatore dei prefetti toscani. Proprio nell’ultima riunione dei prefetti, alla vigilia del rogo di Sesto Fiorentino, le istituzioni riunite al tavolo fiorentino avevano constatato come funzionasse bene la collaborazione fra Enti, attraverso il modello diffuso adottato da Regione e Comuni, visto che l’apertura dei grandi spazi potrebbe dare seri problemi di sicurezza e di ordine pubblico. Ed era stato fatto il punto della situazione dell’accoglienza in Toscana.
DATI – Gli ultimi dati disponibili sono quelli al 30 novembre, quando si contavano 12.094 ospiti tra profughi e richiedenti asilo. Di cui 11.415 distribuiti in 771 strutture convenzionate con prefetture e presenti in 231 comuni su 279 complessivi. I rimanenti 679 erano accolti in 14 strutture Sprar e al centro polifunzionale Paci di Firenze. Ovviamente i dati ufficiali non riportano i numeri degli ospiti di occupazioni abusive, ma vengono censiti solo quelli affidati a cooperative e Associazioni, che ricavano somme importanti versate dallo Stato per l’assistenza, spesso fornendo (ma non è il caso toscano) servizi insufficienti e approssimativi agli immigrati.
CITTADINI – Resta il fatto che – di fronte all’evidenza di tanti episodi recenti – i nostri cittadini pretenderebbero (sia dal Governo che dalla Ue) che fosse garantita la loro sicurezza, che siano sì tutelati i diritti di chi ha le carte in regola per vedersi riconosciuta la qualifica di profugo e di richiedente asilo (riducendo per quanto possibile i tempi biblici delle procedure), ma che ci sia una verifica puntuale e precisa di come vengono spesi i fondi pubblici e della qualità dell’accoglienza fornita ai migranti. Che non possono essere accolti in numero infinito in Italia e che, quando delinquono o compiono atti illeciti, debbono essere immediatamente rispediti al loro Paese. Come fanno altri Stati più rigorosi di noi, che accolgono parimenti molti migranti sul loro territorio.
OCCUPANTI – Invece in questo caso la protesta e la violenza hanno pagato. Gli occupanti di Sesto saranno alloggiati nel Palazzetto dello Sport della città, messo a disposizione dal Sindaco a seguito della protesta. Comprendo la necessità delle istituzioni di trovare una rapida soluzione al problema, ma in questo modo abbiamo dato un segnale inequivoco a queste persone: organizzandosi e protestando anche in modo violento possono ottenere quel che chiedono.
PROTESTE VIOLENTE – Non è ammissibile assistere a spettacoli come quello odierno, della protesta dei migranti – occupanti irregolari – reduci dall’incendio di Sesto Fiorentino, che addirittura davanti alla prefettura (sobillati da qualcuno) gridano «l’assassino è lo Stato», e poi sconvolgono la civile convivenza creando disagi a Palazzo Strozzi e alle mostre in corso. Addirittura giustificati dal Sindaco Nardella, che comprende le ragioni simboliche della protesta. Al fianco dei migranti il Movimento di lotta per la casa.
SEQUESTRO – Così come non è accettabile il sequestro violento di operatori all’interno di centri di accoglienza operato nel Veneto qualche giorno or sono da altri migranti, rimasti impuniti. Né possiamo a lungo assistere allo spettacolo, indecoroso e controproducente agli occhi di molti cittadini italiani bisognosi e in difficoltà, di migranti assistiti di tutto punto, nullafacenti, attaccati a iphone di ultima generazione, che magari protestano perché il pocket money loro assegnato non è stato attribuito tempestivamente. Anche perché c’è il rischio che una parte di questi vengano poi assoldati e sfruttati dalla criminalità organizzata.
MINNITI – Il ministro Minniti – a differenza del suo predecessore Alfano – ha già lanciato segnali che giudico positivi: riprendere contatti con i paesi d’origine dei migranti per concordare rientri più facili e più celeri; stringere accordi volti a limitare le partenze; controllare meglio, attraverso Cie di capienza ridotta e sparsi sul territorio, il fenomeno dell’immigrazione irregolare. Ma ogni sforzo rischia di essere vanificato dalle polemiche già manifestatesi all’interno del Pd e di altre forze politiche, e soprattutto dall’insipienza e dall’incapacità di governare il fenomeno dimostrate finora dalle organizzazioni internazionali (Unione europea e Nazioni Unite), che dovrebbero darsi una veloce smossa per organizzare una collaborazione all’interno dei nostri Stati e all’esterno con i Paesi d’origine dei migranti. Per cercare di tenere sotto controllo un movimento epocale che altrimenti rischia di travolgerci.