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Firenze: tensione e due contusi nei disordini in centro, coinvolti migranti e movimento di lotta per la casa (video)

FIRENZE – Momenti di tensione questa mattina davanti alla prefettura in via Cavour a Firenze dove un gruppo di una cinquantina di persone, che vivevano nel capannone andato a fuoco a Sesto Fiorentino, insieme ad alcuni militanti del Movimento di lotta per la casa, hanno tentato di entrare nell’edificio e sono state respinte dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Almeno una persona tra i manifestanti, secondo quanto appreso, sarebbe rimasta contusa. Questa mattina in prefettura si svolge un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per individuare una sistemazione per gli ex occupanti del capannone che al momento sono ospitati temporaneamente nel palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino. I manifestanti chiedono di poter partecipare in delegazione al comitato per l’ordine pubblico.

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«Chiediamo una sepoltura dignitosa per il ragazzo morto nel rogo del capannone». Ha detto parlando con i giornalisti Luca Toscano, uno degli esponenti del Movimento di lotta per la casa che sta guidando la protesta davanti alla prefettura degli ex occupanti del capannone andato a fuoco. Nel rogo è deceduto Alì Muse 44enne somalo. «Il Comune di Firenze – continua Toscano non sa trovare una soluzione per la sepoltura di Alì perché lui era senza una residenza. Noi ci uniamo alla richiesta dei suoi fratelli e chiediamo una sepoltura dignitosa». «Anche il Comune di Sesto Fiorentino – spiega uno dei manifestanti somali – ci ha detto che non ha soldi per pagare il cimitero al nostro fratello». La protesta spiegano i manifestanti continuerà ad oltranza fino a che non verrà trovata una soluzione dignitosa per le persone che alloggiavano nel capannone. «Abbiamo capito – si legge in un volantino consegnato nel corso della protesta – che il tavolo di questa mattina in prefettura serve solo a far tornare tutto come prima. Questo non va bene e non è accettabile, è un offesa ad Alì e a tutti noi». Sempre secondo quanto spiegato dal Movimento di lotta per la casa, nei disordini avvenuti poco fa davanti alla prefettura sarebbero rimasti contusi due manifestanti, e non uno come appreso in precedenza.

AGGIORNAMENTO delle 17,00: Continua il sit-in degli stranieri che vivevano nel capannone andato in fiamme a Sesto Fiorentino davanti alla sede della prefettura di Firenze. I manifestanti si sono seduti sulla strada davanti al palazzo presidiato dalle forze dell”ordine; chiedono di essere informati direttamente lì sulla decisione presa nel corso del comitato interistituzionale per l’ordine pubblico che doveva stabilire per loro una sede dove saranno alloggiati. Nella riunione è stato stabilito invece che il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi illustri i dettagli nel palazzo dello sport del comune della cintura fiorentina dove gli immigrati hanno trovato momentanea ospitalità da giovedì scorso, dopo il rogo. Dopo qualche ora, terminato il sit-in con lo slogan «Casa subito basta morti», i manifestanti si sono diretti in corteo verso la stazione di Firenze per poi rientrare al palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino dove, secondo quanto appreso, è presente il sindaco Lorenzo Falchi che dovrebbe illustrare loro quanto emerso durante la riunione. Da lunedì mattina gli immigrati cominceranno ad essere inviati nelle diverse strutture dei comuni dell’area
metropolitana fiorentina che hanno dato la loro disponibilità a trovare un’alternativa.

Ribadisco quanto ho affermato ieri, umana pietà e solidarietà verso i migranti, ma senza essere indulgenti di fronte a manifestazioni violente, soprattutto se guidate da movimenti estranei ai migranti, come in questo caso. E soprattutto non è ammissibile che le istituzioni si pieghino alla volontà di chi – facendo affidamento sul numero e sulla massa – pretende ragione con metodi illegali.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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