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Immigrazione: raffica di riunioni di Minniti. Si muove anche la presidenza Ue. Un piano per contenere gli arrivi

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ROMA – Giornata intensa quella di ieri per il Ministro dell’Interno sul fronte immigrazione, sia sul piano europeo che su quello nazionale.

UE – Un «non paper», un documento, cioè, non ufficiale, giunto da Malta, presidente di turno dell’Unione europea, ha lanciato alcune novità interessanti in materia d’immigrazione. Che sono giunte sul tavolo di Minniti e saranno esaminate da esperti. Proprio il 4 gennaio il ministro dell’Interno italiano aveva incontrato nella capitale La Valletta il collega Carmelo Abela «La migrazione non riguarda solo alcuni Paesi del Mediterrane ma è diventata motivo di preoccupazione per tutta l’Europa Tutti i Paesi devono unirsi- recitava il comunicato congiunto dopo la riunione – per cercare di trovare una soluzione comune».

PROPOSTE – Ecco le proposte: unità della Guardia costiera europea davanti alle coste libiche. Destinate ai pattugliamenti d’intesa con le unità libiche. Queste ultime avranno il compito di riportare a terra i migranti. L’obiettivo è «ridurre i flussi dei migranti». Inarrestabile anche in queste ore ore di pieno inverno. Inviato a i 28 paesi membri, il «non paper» ora avrà la sua lunga trafilaprocedurale.

EBCGA – Improbabile una contestazione sull’obiettivo, prevedibile una discussione sullo strumento ipotizzato. La Guardia costiera europea è appena nata dalle ceneri di Frontex. Si chiama Ebcga (European border and coast guard agency) ed è diventata operativa il 6 ottobre 2016 nella sede di Varsavia dov’era Frontex. Un pessimo e impronunciabile acronimo inglese. Il meccanismo ipotizzato prevede il pattugliamento nel canale di Sicilia delle unità navali Ue e il raccordo con quelle libiche, in navigazione nelle acque territoriali di Tripoli. Resta tuttavia da capire quale sarà la destinazione dei migranti soccorsi e poi riportati a terra dai libici.

BERLINO – Minniti oggi sarà a Berlino dove incontrerà il collega Thomas de Maizière. Domani sarà sentito nell’audizione programmatica davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati. ll ministro illustrerà le linee guida del pacchetto normativo da portare all’esame del governo. In ballo ci sono un decreto legge per l’immigrazione e un disegno di legge sulla sicurezza urbana (non è escluso diventi anch’esso un decreto).

CIE – II piano Minniti prevede nuovi Cie (centri di identificazione ed espulsione), più piccoli – 80 – 100 posti – e più garantiti, in tutte le Regioni. Giovedì il ministro ne parlerà alla Conferenza Stato Regioni insieme al piano Anci per la distribuzione dei migranti tra le province con un’ipotesi di flussi 2017 pari a 200mila stranieri.

GIUSTIZIA– E’ prevista anche la riduzione a uno dei gradi di ricorso e appello contro la decisione della commissione territoriale di negare lo status di protezione internazionale. L’esclusione dall’iscrizione all’anagrafe degli immigrati senza permesso di soggiorno. E la diffusione a regime tra i Comuni dei progetti di lavoro socialmente utili per gli stranieri.

ISLAMICI – Sull’integrazione ieri il ministro ha concentrato la riunione al tavolo con le comunità islamiche. Ha proposto un patto con loro «con particolare riferimento alla formazione degli Imam, ai luoghi di culto» che devono essere pubblici e riconoscibili «all’uso della lingua italiana nei sermoni e alla condizioni dei giovani e delle donne musulmane».

PREFETTI – Ieri in mattinata Minniti ha visto alla Scuola superiore del Viminale tutti i prefetti delle province d’Italia per condividere e verificare procedure e criticità della distribuzione migranti. Ha ricordato come finora solo 2mila600 Comuni siano impegnati nell’accoglienza e ha aggiunto. «Arrivare a 3mila600 sarebbe già un ottimo risultato» ha auspicato. E ha ricordato loro l’importanza di istituire nuovi Cie «Dobbiamo attivare al più presto un Centro di identificazione ed espulsione dei clandestini in ogni regione, per allontanare dall’Italia soggetti pericolosi o privi dei requisiti per rimanervi. Anche così si contrasta il rischio terrorismo».

E’ importante però che ai piani e alle riunioni seguano fatti concreti perchè non si può assistere senza reagire a situazioni come quella di Firenze dove un gruppo di somali, strumentalizzati e guidati dai movimenti cittadini, pretendono di stabilire essi stessi le condizioni e le modalità dell’accoglienza alla quale pretendono di avere diritto.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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