Firenze, Don Lorenzo Milani: a 50 anni dalla morte escono inediti. E sue opere conosciute
ROMA – Cinquant’anni dopo, la Chiesa riflette su don Milani e lo accetta. Intanto, l’opera omnia di don Lorenzo Milani(1923-1967), comprensiva dei suoi libri e dell’epistolario, compresi numerosi inediti, approda nei Meridiani Mondadori, la prestigiosa collana che raccoglie autori e testi considerati classici. Il doppio volume dedicato allo scomodo priore di Barbiana uscirà nel prossimo mese di maggio, a 50 anni esatti dalla morte del sacerdote autore di «Lettera a una professoressa» e «L’obbedienza non è più una virtù».
Direttore scientifico dell’impresa editoriale è Alberto Melloni, studioso di scienze religiose, professore ordinario di storia del Cristianesimo all’Università di Modena-Reggio Emilia, segretario della Fondazione per le scienze religiose di Bologna, che custodisce gran parte delle carte originali di don Milani.
L’impresa si intitola «Tutte le opere»: comprende complessivamente 2500 pagine (raccolte in due tomi indivisibili). Saranno raccolti tutti gli scritti editi e le numerose pagine inedite di don Milani. Nei Meridiani compariranno i soli due libri dati alle stampe in vita da don Milani: «Esperienze pastorali», del 1958, che il Sant’Uffizio fece ritirare dal commercio; «Lettera a una professoressa», cui il priore deve la sua fama e che uscì a firma della Scuola di Barbiana un mese prima della morte di don Lorenzo.
Troveranno spazio nei due tomi: l’epistolario privato; gli articoli su quotidiani e riviste dedicati a scuola, istruzione, emancipazione e sfruttamento del lavoro; e le due lettere pubbliche sull’obiezione di coscienza rivolte ai giudici e cappellani militari. Saranno raccolti, inoltre, tutti gli scritti sparsi, dalle prime composizioni giovanili ai bigliettini di cui don Milani siserviva per comunicare negli ultimi giorni di vita.
Moderna figura complessa e discussa, esponente attivo di un cattolicesimo rivoluzionario, scrittore aspro e originalissimo, Lorenzo Milani Comparetti (Firenze 1923-1967) nasce e cresce in una famiglia agiata e colta (privilegio che non si perdonerà mai), di origine ebraica. Battezzato durante le persecuzioni razziali, nel 1943 Lorenzo Milani entra in seminario a Firenze, e diventa sacerdote; cappellano a San Donato di Calenzano, vi fonda una scuola serale; presto rimosso dall’incarico e, nel dicembre 1954, mandato come priore a Barbiana, minuscola parrocchia di montagna nel Mugello, continua la sua attivitàdidattica, all’insegna del motto «I care» («Mi interessa», opposto allo slogan fascista «Me ne frego»), in due stanze annesse alla canonica: le lezioni, che non conoscono né domeniche né vacanze, raccolgono i ragazzi dei dintorni, figli di contadini e di operai. Gravemente malato dal 1960, muore il 26 giugno 1967.