Pubblico impiego: nuovo testo unico, le proposte della Cisl. Apprendistato anche in questo settore
ROMA – In attesa dell’inizio della nuova fase di contrattazione per il pubblico impiego, anche per quanto riguarda la parte normativa e la preannunciata istituzione di un nuovo Testo Unico, le parti sindacali cominciano a fare proposte concrete al Governo.
Per prima la Cisl che, per mezzo del segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava, lancia l’idea di aprire le porte della P.a, attraverso l’apprendistato qualificato, a giovani, laureati, che sappiano rispondere a esigenze immediate: in molte realtà c’è bisogno di ingegneri, architetti, informatici. Bernava spiega come sia necessario accelerare sul nuovo Testo Unico del pubblico impiego, a cui è legata la contrattazione.
L’accordo del 30 novembre prevede un confronto sul T.u e Bernava indica cinque punti essenziali da inserire nel decreto, che dovrebbe arrivare in Cdm per metà febbraio. Ecco le cinque direttrici della riforma per la Cisl: «Riequilibrare il rapporto tra legge e contratto; legare i sistemi di valutazione a obiettivi condivisi, ente per ente; superare il precariato e favorire un reclutamento basato sulle reali esigenze privilegiando il concorso per i tempi indeterminato; individuare forme di lavoro flessibile come l’apprendistato per figure di alta professionalità; ampliare gli spazi per la contrattazione decentrata e la partecipazione dei lavoratori ai processi di riorganizzazione».
Contatti informali tra sindacati e ministero della P.a. sono in corso, ma deve ancora essere fissata la data per un incontro ufficiale tra le parti, in vista del T.u. Sul primo punto, la Cisl, dice Bernava, «ritiene necessario che il contratto si riappropri delle materie sottratte, relegando l’intervento della legge solo a casi specifici, eccezionali».
Quanto al secondo pilastro, la revisione dei sistemi di valutazione, la sfida «sta nel collegare i premi a precisi target, diversi amministrazione per amministrazione: in una può essere l’aumento della produttività, in un’altra la gestione del risparmio, o il contrasto a un assenteismo patologico, o ancora la realizzazione di un’operazione di mobilità», puntando principalmente su miglioramento delle condizioni di lavoro per combattere disaffezione e demotivazione.
Il sindacalista mette al terzo punto «la disciplina nel pubblico impiego di forme di rapporto di lavoro flessibile come il lavoro somministrato, che è a tempo, e l’apprendistato di terzo livello». Apprendistato finora mai concretamente introdotto nella P.a. La quarta colonna portante del nuovo Testo Unico per Bernava coincide «con un preciso modello di reclutamento, che privilegi il concorso, per l’accesso a tempo indeterminato, mettendo fine al precariato», anche perché alcune forme vanno ad esaurimento (è il caso dei collaboratori). Il quinto capitolo tocca la contrattazione di secondo livello, da sbloccare e semplificare.
Vedremo che cosa ne penserà il governo, ma soprattutto si attendono il giudizio e i contributi degli altri sindacati.