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Ambiente: le infrazioni Ue costano care all’Italia. In corso molte procedure

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BRUXELLES – Le infrazioni sulle politiche ambientali costano già molto all’Italia e potrebbero costare ancora di più. Finora la mancata conformità agli elevati standard Ue in materia di protezione degli ecosistemi ha drenato 141 milioni di euro dalle casse dello Stato per le discariche abusive e 85 milioni per l’emergenza rifiuti in Campania.
Nonostante in anni recenti l’Italia sia riuscita a ridurre in maniera sensibile le infrazioni, sulle politiche ambientali ne restano 16 (erano 22 nel 2014), con alcuni casi particolarmente difficili da risolvere in tempi brevi. Ecco una panoramica del contenzioso aperto che potrebbe sfociare in nuove sanzioni.

– Rifiuti. Oltre alla Campania e alle discariche abusive, dal 2011 l’Italia è sotto procedura di infrazione anche per le discariche che avrebbero dovuto essere chiuse entro il 16 luglio 2009 e dal 2015 per i ritardi nell’adozione dei piani regionali di gestione dei rifiuti. A queste si è aggiunta, nel 2009, l’infrazione per la mancata valutazione di impatto ambientale sulla messa in sicurezza di una parte dell”ex Acna di Cengio.

– Acque reflue. Sono tre le procedure aperte, la più avanzata delle quali è quella sui centri urbani con più di 15.000 abitanti. Le altre riguardano, rispettivamente, agglomerati da oltre 10.000 abitanti che riversano le acque reflue in aree sensibili dal punto di vista della protezione ambientale, e centri con più di 2.000 abitanti.

Qualità dell’aria e inquinamento. Sono ancora in corso una procedura di infrazione per l’Ilva di Taranto, una per inadempienze sulla direttiva per l’inquinamento acustico e due
per lo smog in città. In particolare, ci si attende che le due infrazioni, una sul superamento dei valori limite di PM10, e l”altra sui livelli di biossido di azoto (NO2) possano entrare nella seconda fase, quella del parere motivato, già nelle prossime settimane.

– Tutela della Natura. L’Italia deve completare la designazione delle Zone Speciali di Conservazione previste dalla Direttiva Habitat.

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