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Immigrazione: lavoro non retribuito per i richiedenti asilo. L’annuncio di Minniti

ROMA – «La possibilità di utilizzare i richiedenti asilo per lavori di pubblica utilità, finanziati con fondi europei. Non si creerà una duplicazione nei mercati del lavoro, perché non sarà un lavoro retribuito». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in audizione alle commissioni riunite Affari costituzionali di Camera e Senato.
«Bisogna evitare il vuoto dell’attesa, ha aggiunto, i richiedenti asilo aspettano fino a due anni una risposta alla loro domanda. L’accoglienza non può avere tempi indefiniti. Bisogna abbattere i tempi di risposta per i richiedenti asilo, che sono mediamente di due anni: è un periodo troppo lungo per i diritti dei richiedenti e per le comunità. Bisogna quindi intervenire dal punto di vista legislativo riducendo di un grado di giudizio per i ricorsi e con assunzioni nelle commissioni d’asilo».

Minniti ha quindi evidenziato il problema dei minori non accompagnati, «in drammatico aumento, più del doppio nel 2016. Auspico l’approvazione del ddl in materia perchè su questo si gioca la civiltà di un paese».

Dunque, a quel che annuncia il ministro, i rimedi non saranno approvati in tempi brevi. Mentre in Italia, nonostante l’accordo libico, continua l’assalto dei migranti.

SBARCHI – In poco più di un mese, tra il primo gennaio e il 7 febbraio scorso, sono stati 9.349 i migranti sbarcati sulle coste italiane. Un boom, secondo il raffronto del ministero dell’Interno, con i dati dello stesso periodo del 2016 quando a sbarcare furono 6.030 migranti. Ancor meno nel 2015 con 3.709 persone giunte in Italia dal primo gennaio al 7 febbraio.

PORTI – Il porto con il maggior numero di arrivi è quello di Augusta(2.228), segue Catania(1.476). Trapani(1104), Reggio Calabria(872) e Lampedusa(858). La regione con il maggior numero di migranti accolti resta la Lombardia(13%), seguita da Lazio, Veneto,Piemonte, Campania e Sicilia(8%), Emilia Romagna, Toscana e Puglia (7%), Liguria, Sardegna, Calabria, Friuli , Marche (3%), Abruzzo, Molise e Umbria,(2%), Bolzano e Trento(1%) Valle d”Aosta(0,2%).

RICOLLOCAZIONI – Vanno invece sempre a rilento le ricollocazioni negli altri paesi Ue. Secondo gli ultimi dati del ministero dell”Interno aggiornati al 3 febbraio, sono 3204 i migranti ricollocati dall’Italia nei Paesi europei. Di questi, 240 sono bambini. I dati, diffusi dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale, evidenziano che il Paese con maggiori ricollocamenti dall’Italia è la Germania, seguita da Norvegia, Olanda e Finlandia. Le richieste inviate e in attesa di approvazione da parte dello Stato membro individuato sono 1665, mentre quelle approvate e in attesa di trasferimento sono 877. Il totale delle persone coinvolte nel programma sono 8207, di questi 578 minori.

Nonostante la buona volontà e le iniziative di Minniti il problema è lungi dall’essere risolto.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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