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Terremoto Amatrice: Curcio reagisce alle polemiche per i ritardi nella consegna delle casette

ROMA – Protezione civile senza pace. Mentre il commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, sembra più impegnato a seguire le diatribe interne del Pd, che ha annunciato di voler abbandonare, piuttosto che le vicende post terremoto, le polemiche sulla ritardata consegna delle casette prefabbricate hanno investito pesantemente la struttura della protezione civile, e per essa il Capo Fabrizio Curcio.

Il quale per un po’ ha sopportato, poi ha preso cappello e ha reagito, ribaltando la responsabilità su altri soggetti, anche su comuni e regioni.

«Dopo avere incassato per sei mesi critiche e responsabilità anche al posto di altri, come è normale avvenga in situazioni complesse, è opportuno ricordare che nel nostro Paese il Servizio nazionale della Protezione civile non è un”entità astratta su cui fare il tiro a segno, né coincide con la persona di Fabrizio Curcio: è una funzione essenziale, articolata su più livelli, che vede nei Comuni e nelle Regioni delle componenti a pieno titolo”. Lo ha detto lo stesso Curcio, in un”intervista a QN, precisando che nelle aree colpite dal terremoto «non è vero che in sei mesi non è stato fatto nulla. Le attività – sottolinea – sono tutt’altro che ferme e stanno andando avanti con tutte le difficoltà legate a un contesto di straordinaria difficoltà con la costante rimodulazione delle risorse e delle strategie per l’ampliarsi
delle zone colpite».
Quanto al problema della consegna delle casette «non darei delle date – afferma – quello che posso assicurare è che su tutti i fronti si sta lavorando per fare presto e bene, compatibilmente con la complessità dello scenario, anche perché l’individuazione di aree idonee all’installazione delle soluzioni abitative in emergenza è molto difficoltosa. Al momento, le casette ordinate alle ditte aggiudicatrici sono circa 1.500. Ma parte del problema sono le opere di urbanizzazione: in alcune aree le stanno facendo gli uomini dell’esercito, come ad Amatrice, in altre sono state appaltate a ditte private vincitrici di gare bandite dalle Regioni, come avvenuto a Norcia». Come a dire, la protezione civile può intervenire anche con mezzi straordinari, quali l’azione dell’esercito, ma occorre prima un’attività burocratica e amministrativa che è di competenza di comuni e regioni, e senza quella non è possibile realizzare le costruzioni.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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