Vitalizi dei parlamentari: Di Battista (M5S) ripropone l’abolizione, parte del Pd e Renzi si dichiarano favorevoli
ROMA – Matteo Renzi, di ritorno dagli Stati Uniti dopo il periodo di riflessione e di apprendimento, aveva dichiarato la sua disponibilità a intervenire sui vitalizi dei parlamentari, come chiedevano Luigi Di Maio e il M5S. Già in passato l’ex premier aveva suscitato polemiche anche all’interno del suo partito quando aveva inviato un sms in diretta a Giovanni Floris, nella trasmissione Di martedì della 7, nel quale chiedeva di andare a votare prima dell’autunno anche per evitare che a metà settembre «scattassero i vitalizi».
Adesso la questione è stata riproposta con forza dall’altra «stella» del M5S, il deputato Alessandro Di Battista, che ha invitato il Pd a trovare un accordo sull’abolizione dei vitalizi. Lo ha scritto su Facebook: «C’è chi non vuole votare perché aspetta il 15 settembre per maturare l’ennesimo privilegio: una grande pensione anticipata. Domani M5S presenterà una bella proposta: la riforma del trattamento pensionistico dei parlamentari per renderlo tale e quale a tutti i comuni mortali».
Nel Pd le posizioni però non sono univoche. I franceschiniani e molti ex Ds pensano che occorra stare attenti a inseguire sempre i grillini. Renzi, con Matteo Richetti, avrebbe già concordato la strategia, riprendendo un progetto di legge presentato, in materia, proprio da Richetti. Questo prevede la creazione presso l’Inps di una gestione separata per le pensioni dei parlamentari, che verrebbero calcolate con l’aliquota vigente per i tutti i dipendenti pubblici. Nessuno potrebbe intascare l’assegno prima dei 65 anni, come avviene per qualunque dipendente pubblico. Il meccanismo dovrebbe essere applicato anche agli ex parlamentari, che godono ancora dei vitalizi, e inoltre lo stesso dovrebbero deliberare le Regioni, pena un taglio dei trasferimenti in caso di rifiuto di adottare le stesse regole.
«Caro Renzi, dai uno sguardo alla nostra proposta e poi dì a quel che resta del tuo partito di votarla. Bastano 2 giorni di lavoro anzi, BastaUnSì», aggiunge Di Battista.