Skip to main content
Natale 2025
Admin Ajax.php?action=kernel&p=image&src=%7B%22file%22%3A%22wp Content%2Fuploads%2F2017%2F01%2Fpadoan Bis 398419

Economia: nel Def 2017 spending review e taglio del cuneo fiscale. Il progetto del governo

Padoan 604x323

ROMA – L’Italia si prepara a presentare all’Unione Europea il suo programma per rispettare le regole comuni. Perciò sta predisponendo un documento di economia e finanza che mandi forte e chiaro all’Europa il messaggio che le riforme non si sono fermate. Con alla base un progetto di taglio del cuneo fiscale sul lavoro da tradurre in misure vere e proprie già con la legge di Bilancio di fine anno.

E’ la road map che l’esecutivo intende seguire nelle prossime settimane per mettere a punto il Def, che farà da cornice anche alla manovrina da 3,4 miliardi per correggere i conti e rimettersi in linea con le regole di Bruxelles.
Che il taglio del cuneo fiscale fosse sul tavolo lo aveva indicato il viceministro dell’Economia Enrico Morando, da sempre sponsor di un intervento sul costo del lavoro piuttosto che sull’Irpef, e lo ha confermato il premier Paolo Gentiloni. Il problema però sarà, come sempre, quello delle risorse, visto che sul 2018 pesano già 19 miliardi di clausole di salvaguardia sull’Iva da sterilizzare, se si confermerà la linea dello stop a qualunque aumento delle tasse. A dire il vero Bruxelles da sempre insiste sull’opportunità di spostare il carico fiscale verso i consumi e vedrebbe di buon occhio un aumento delle aliquote Iva, almeno di quella agevolata al 10%. Lasciarla salire al 13%, come prevede la clausola, consentirebbe infatti, secondo uno studio messo a punto in occasione della comunicazione sugli squilibri macroenomici di fine febbraio, di intervenire in modo progressivo proprio sui redditi dei lavoratori dipendenti e degli autonomi, se le risorse venissero utilizzate per introdurre un credito d’imposta.
E l’idea di uno scambio Iva-cuneo sarebbe stata avanzata anche nelle prime riunioni informali sul tema, ma resta lo scoglio politico di una scelta che rischierebbe di essere impopolare o comunque difficile da comunicare. Una riduzione del costo del lavoro che sia sensibile sia in busta paga sia per le imprese (nelle prime ipotesi circolate si è parlato di un taglio di 5 punti) costerebbe diversi miliardi. Si starebbe quindi anche valutando l’opportunità di applicarlo solo ai neoassunti, in modo da ridurre i costi e continuare a dare sostegno alla ripresa dell”occupazione.
L’altra leva per avere risorse a disposizione, oltre alla nuova tornata di spending review che andrà delineata tra il Def e l’inizio di maggio, come prevede la riforma del bilancio, sarà
quella della flessibilità. Nell’aggiornamento al Def di settembre si indicava infatti per il prossimo anno un rapporto deficit/Pil in discesa all’1,2%, che significherebbe un’ulteriore stretta di quasi un punto di Pil, visto che il 2017 si chiuderà al 2,1% grazie alla manovrina. Per ottenere altri sconti da Bruxelles sul percorso di aggiustamento dei conti pubblici l’esecutivo cercherà di rispondere punto per punto alle perplessità europee sulle riforme: dallo sblocco del nuovo processo penale alla legge sulla concorrenza, che dopo due anni di stallo in Parlamento potrebbe vedere la luce entro la fine di marzo, fino alla completa realizzazione della rivoluzione della pubblica amministrazione.

Commenti (1)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741
FirenzepostAMP