Fisco: due professori della Luiss (come i colleghi della Bocconi) vogliono rapinare gli anziani: legando le tasse all’età anagrafica
Franco Abruzzo, Presidente dell’unione pensionati d’Italia, ci ricorda puntualmente le opinioni e le proposte di quanti, sotto la regia degli ultimi governi, cercano continuamente di depredare e di comprimere i sacrosanti diritti dei pensionati, soprattutto quelli considerati abbienti, soprattutto perché hanno versato contributi (e pagato tasse pesantissime) per 40 anni. Due professori della Luiss, Fabio Marchetti, docente di diritto tributario, e Luciano Monti, docente di Politiche dell’Ue, propongono anche loro di rapinare gli anziani a favore dei giovani. Aggiungendosi alle schiere dei vari proseliti di Renzi, quali i professori (questa volta bocconiani, ma se non è zuppa è pan bagnato) Tito Boeri e Tommaso Nannicini.
La proposta è quella di legare il peso delle tasse non solo al livello del reddito ma anche all’età anagrafica. A parità di reddito, un giovane pagherebbe meno di un anziano. La stessa idea è contenuta nello studio di due professori della Luiss. Nel loro progetto il minor prelievo a carico dei giovani sarebbe compensato da un maggior prelievo a carico dei contribuenti più anziani.Si tratterebbe di interventi non stabili ma temporanei, anche per evitare la possibile bocciatura da parte della Corte costituzionale.
Nei piani di Tommaso Nannicini lo sconto sulle tasse per i giovani non sarebbe compensato da un rincaro su quelle per gli anziani, ma la differenza ce la metterebbe lo Stato, pescando da un aumento delle entrate fiscali realizzato sia con la tassazione dell’economia digitale (da affrontare a livello europeo) sia da un affinamento degli strumenti anti evasione sull’Iva. Franco Abruzzo (presidente di Unpit) ha dichiarato su questo argomento: «Nei Paesi europei i pensionati pagano meno tasse, in Italia i cervelloni della Luiss, seguendo la politica di Mario Monti, vorrebbero bastonare gli anziani, 14 milioni di cittadini (il 22% della popolazione). Bisognerà mobilitare gli anziani al momento del voto contro i partiti che sposano politiche vessatorie e anticostituzionali».
Gli anziani sono in allarme dopo la decisione dei ministri Padoan e Poletti di avallare il prelievo imposto dall’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, ai suoi pensionati per via amministrativa nonostante ripetute sentenze contrarie della Cassazione. E’ un brutto precedente che autorizza Inps e le altre Casse ad imitare l’Inpgi e il Governo a intervenire in proposito su più larga scala, dice Franco Abruzzo.
Tommaso Nannicini, come Tito Boeri, anche se sembra temporaneamente aver corretto il tiro (ma per quanto?), era un nemico dichiarato dei pensionati di ottone, d’argento e d’oro. «Per Nannicini, – ha scritto la Repubblica all’atto del suo insediamento a Palazzo Chigi come sottosegretario di Renzi – la sfida sarà conservare la sua filosofia economica, che lo ha portato in passato a sostenere proposte anche radicali come un prelievo sulle pensioni più generose».
Tito Boeri e Tommaso Nannicini, – opinione ripresa da un loro articolo del 27.9.2013 pubblicato in lavoce.info -, pensano che per aiutare i giovani bisogna tagliare le pensioni. E si chiedono: «Quanto può restituire il pensionato d’oro?». In tempi recenti sembra che la risposta inconfessata sia quella di arrivare a tosare quasi la metà degli assegni, a seconda del livello di reddito. La Consulta, però, ha scritto (con la sentenza 116/2013) che se lo Stato ha bisogno di risorse economiche devono pagare tutti, pensionati e lavoratori attivi. Non è più possibile mettere sotto torchio soltanto i pensionati.
Intanto i pensionati cosiddetti d’oro assistono preoccupati a questa ridda di voci che si incrociano sulla loro pelle, minacciando di violare e di stracciare quello che è stato finora un contratto immutabile sottoscritto con lo Stato, che ha trattenuto mensilmente dai loro stipendi cifre altissime in cambio della promessa di restituirle come pensioni all’atto della quiescenza. Adesso – se si verificasse l’ipotesi paventata – si tratterebbe di una rescissione unilaterale del contratto, lo Stato intasca il malloppo e fugge come il più maldestro degli scippatori, distribuendo il ricavato a chi meglio gli aggrada (e lo vota). Si tratterebbe di una rapina legalizzata, ma speriamo che l’Italia, anche nei grami tempi attuali, si possa considerare ancora uno Stato di diritto.