Terremoto Centro Italia, l’appello degli sfollati: «Non ci spostate». Ma il 30 aprile dovranno andarsene
ROMA – La loro è una vita sospesa nei bungalow dei tanti campeggi della costa marchigiana. La condizione attuale degli sfollati del sisma che ha colpito il Centro-Italia lo scorso anno rischia di peggiorare entro poco tempo. Incombe il
rischio di un nuovo trasferimento perché, per alcuni, il 30 aprile scadrà l’accordo tra la Regione Marche e 300 strutture. Per altri, soprattutto famiglie con bambini, la data slitterà di poco: entro il 20 maggio o al massimo il 30 giugno. Centinaia di persone perderanno così anche quel poco di stabilità faticosamente costruita dopo la tragedia. La scuola per i figli, un piccolo lavoretto, la piccola nuova comunità nel campeggio.
«Il 30 aprile? Io non lo so dove sarò assegnato, io sono solo un numero come tanti qui – afferma con rabbia uno degli sfollati – Domani non lo so dove mi mandano. Dicono a Sirolo nell’anconetano, ma le casette di legno dove stanno? E i soldi stanziati per queste cose?». Nel camping La Medusa ci sono 140 ospiti, intere famiglie che vivono in piccoli bungalow, usati dai turisti durante la stagione estiva. Ma a marzo il vento freddo che arriva da mare fa quasi tremare le esili pareti. «Rimani così itinerante da una parte all’altra – racconta una coppia con tre figli arrivata da Fiastra (Mc) -, i miei figli dovranno cambiare scuola. Io ero riuscita a trovare da fare le pulizie a ore, ma se mi spostano, perderò anche questo piccolo lavoretto. E’ faticosoanche solo pensare di poter tornare alla normalità, lottiamo ogni giorno per ricostruire qualcosa e ce lo vediamo portare via: le nostre vite restano così sospese per l’aria».
La scadenza della convenzione tra la Regione e i proprietari delle strutture che accolgono gli sfollati allarma le
persone e le costringe di nuovo a fare i conti con l’ennesimo sradicamento. «I contratti scadono il 30 aprile – avverte Emanuela Addario, coordinatrice nucleo comunale Protezione Civile Porto Recanati – qualcuno ha dato disponibilità a quelle famiglie che hanno bambini per restare fino alla fine dell’anno scolastico, ma poi se ne dovranno andare. La maggior parte potrebbe essere trasferita a Sirolo dove ci sono strutture alberghiere che hanno dato la disponibilità di
accoglierle fino a fine anno».
E il commissario per la ricostruzione, Vasco Errani, che cosa dice? Delle famose casette promesse dopo il terremoto neanche l’ombra. «Ad oggi non sono state consegnate – sottolinea Addario – sembra che ne siano state ordinate almeno 3-400, questo è quanto risulta a noi. Forse a maggio ne sarà consegnata qualcuna ad Arquata del Tronto». Norcia ne ha ricevute 18, mentre 25 sono andate Amatrice ma non ancora abitate.
Mesi dopo il sisma si fanno i conti con le esigenze e i bisogni delle famiglie. In primis c’è la sussistenza economica. Se
vitto e alloggio sono garantiti dal personale degli alberghi e dei campeggi, mancano il lavoro e la possibilità di tornare a immaginare un futuro. L’àncora delle pensioni dei genitori non basta più. «Lavoro non ce n’è – afferma maliconicamente Juri Spitori, una sorta di sindaco degli sfollati del campeggio ‘La Medusa’ – Io e mia moglie prima avevamo un’attività a Camerino. Con il terremoto abbiamo perso tutto e ora siamo fermi. Molti qui hanno trovato un lavoretto e se ora li spostano rischiano di perderlo. Dovrebbero fargli sapere almeno dove andranno, è una questione di correttezza».
I gestori dei camping e gli albergatori avevano fatto conto di ospitare gli sfollati solamente per un breve periodo e
comunque fino a ridosso dell’inizio della stagione turistica. «Noi potevamo dare disponibilità solo fino al 30 aprile perché poi inizia la stagione turistica – spiega Carlo Neumann, direttore del camping ‘La Medusa’ – Cercheremo però di gestire lo spostamento verso strutture il più possibile vicine a noi così non gli cambierà molto la situazione. In attesa che arrivino le casette nei comuni di residenza».