60° dei trattati di Roma: i rappresentanti Ue accolti da Papa Francesco e da Gentiloni
ROMA – Il saluto di Roma e dei cattolici ai politici europei, in occasione del 60* anniversario dei Trattati di Roma, è stato rivolto da Papa Francesco e dal premier Paolo Gentiloni.
Il messaggio del pontefice, in Vaticano, è stato naturalmente improntato all’insegna della solidarietà: «Il primo elemento della vitalità europea è la solidarietà. Lo spirito di solidarietà è più che mai necessario oggi davanti alle spinte centrifughe e alla tentazione di ridurre gli ideali fondativi in pratiche economiche e finanziarie. Dalla solidarietà nasce la capacità di unirsi agli altri – ha aggiunto il Pontefice -. Oggi si discute di come lasciare fuori i pericoli del nostro tempo, a partire dalla lunga colonna di persone in fuga dalla guerra che chiedono solo un avvenire per loro e i loro cari».
Più politico l’intervento di Gentiloni, che ha puntato soprattutto sui temi del lavoro, immigrazione e sicurezza. Ricordando il «sistema di valori e di regole, le conquiste sociali raggiunte in sessanta anni di integrazione», Gentiloni ha quindi affermato: «l’Europa del futuro deve partire dal lavoro. Bisogna proseguire senza esitazione e con determinazione nei processi di riforma, a livello europeo e degli stati nazionali, per rendere le nostre economie più competitive e più capaci di guardare al futuro ma anche più coese e giuste». Ma non ha nascosto le difficoltà in materia d’immigrazione e i problemi per la sicurezza dei nostri popoli: «Siamo coscienti delle nostre differenze e dei problemi che ci dividono. L’Europa non ha mostrato il suo miglior volto a volte verso gli immigrati che con sofferenze indicibili arrivano in Europa, considerandola un rifugio sicuro. «Dobbiamo combinare diritti umani, ricerca dell’integrazione e responsabilità. Dobbiamo anche salvaguardare il pianeta contro le minacce che lo stanno attaccando».