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Pubblico impiego: il governo ha stanziato i fondi disponibili, ma ne occorrono almeno il doppio

ROMA – Il decreto che ripartisce il cosiddetto fondone dedicato al pubblico impiego è stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, rispettando così i tempi previsti dalla legge di Bilancio. Vengono spartiti gli stanziamenti tra tre grandi capitoli: il rinnovo del contratto degli statali, per cui si rende disponibile la prima metà delle risorse necessarie; i finanziamenti per le forze dell’ordine, tra riordino e bonus 80 euro; e le assunzioni straordinarie nelle amministrazioni centrali. Il decreto è firmato dai ministri Marianna Madia e Pier Carlo Padoan e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi.

Agli incrementi salariali degli statali sono state riservate risorse che portano a 900 milioni di euro per il 2017 e a 1,2 miliardi il budget. Per arrivare a mettere nelle buste paga 85 euro in più medi, come già concordato da governo e sindacati, manca circa la metà. Soldi che dovrebbero comparire a breve, nei prossimi documenti di Bilancio.

Nel dettaglio del decreto, per i rinnovi contrattuali del triennio 2016-2018, sono stati stanziati, oltre ai 300 milioni già appostati nella manovra precedente, 600 milioni per quest”anno e 900 per l’anno successivo. Fin qui si parla solo di P.a. centrale, al resto del pubblico impiego, circa la metà, si dovrà provvedere con i bilanci degli enti locali.

Per le assunzioni extra sono stati individuati 119 milioni per il 2017 e 153 milioni per il 2018 (facendo una stima approssimativa si dovrebbe trattare di 6 mila posti). Per le forze dell’ordine sono stati messi a disposizione 760 milioni per l”anno in corso e 875 milioni a decorrere dal prossimo.

Le attese maggiori si concentrano intorno ai rinnovi dei contratti, bloccati da anni. Il fischio d”inizio ufficiale per le trattative è l’atto di indirizzo che la ministra della P.a deve spedire all”Aran, l’agenzia che negozierà con i sindacati. Per gli statali la questione risorse sembra potersi risolvere a stretto giro. Ma c’è un altro fronte aperto, quello delle regole, che si incastra giocoforza con le disponibilità finanziarie. La riforma del pubblico impiego deve ottenere infatti l’ok dagli enti locali, che sembrano insistere su una sanatoria che liberi per tutti i fondi del salario accessorio.

Sul tema ci dovrebbe essere anche un confronto con le Regioni

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